Anguille a rischio estinzione: la preoccupazione degli chef

Anguille A Rischio Estinzione

Anguille a rischio estinzione: la preoccupazione degli chef - avvisatore.it

Salvaguardia dell’Anguilla: Chef e Autorità si Mobilitano

L’allarme sul futuro dell’anguilla è stato lanciato dalla Ong Ethic Ocean e supportato dal World Culinary Council di Relais & Châteaux. Questi chef di fama mondiale hanno deciso di bandire l’anguilla dai loro menù e invitano i colleghi a seguirli, esortando le autorità a prendere sul serio gli appelli degli scienziati per sospendere la pesca dell’anguilla europea.

  • ”L’allarme sul futuro dell’anguilla è stato lanciato dalla Ong Ethic Ocean ed è stato raccolto dai componenti del World Culinary Council di Relais & Châteaux bandendo l’anguilla dai loro menù e invitano gli altri colleghi a fare lo stesso, sollecitando anche le autorità ad ascoltare gli appelli degli scienziati che chiedono di sospendere la pesca dell’anguilla europea”.

Iniziative per la Conservazione dell’Anguilla in Europa

Le autorità europee hanno intrapreso azioni concrete per proteggere l’anguilla. La Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo ha condotto ricerche in nove Paesi, inclusa l’Italia, per preservare questa specie e sostenere la pesca artigianale. Un Piano gestionale nazionale prevede restrizioni alla pesca in varie regioni, ma nonostante gli sforzi, l’anguilla rimane in uno stato di “Pericolo critico”. La cattura di anguille in Italia nel 2021 ha raggiunto le 50 tonnellate, nonostante il divieto di pesca da gennaio a giugno. Alcune regioni hanno addirittura imposto il fermo per tutto l’anno nel 2023.

  • ”In realtà le autorità si sono mosse da tempo per salvaguardare questa specie, almeno in area europea. Per stare in acque più vicine a noi, la Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo ha realizzato una ricerca in nove Paesi (tra i quali, l’Italia) per la conservazione della specie e preservare il patrimonio della pesca artigianale. Un Piano gestionale nazionale, poi, prevede la chiusura della pesca di anguilla in molte regioni, la riduzione della pesca in molti bacini e una nuova normativa per il prelievo e l’uso di ceche nelle acque italiane, ma non basta. Secondo Federparchi, nonostante gli sforzi profusi dalle istituzioni e dai settori della pesca e dell’acquacoltura, l’anguilla permane in “Pericolo critico”, anche perché non è possibile ancora riprodurla in cattività e la strada per la creazione e lo svezzamento di giovani anguille in cattività è tuttora lunga e complessa. Solo in Italia, secondo gli ultimi dati e relativi al 2021, se ne catturano 50 tonnellate tra anguilla gialla e argentina destinate alla vendita, ed è in vigore il divieto di pesca da gennaio a giugno. Nel 2023 la situazione si è aggravata, tanto che alcune regioni hanno posto il fermo per tutto l’anno”.

Progetto Lifeel: Conservazione dell’Anguilla Europea

Il progetto europeo Lifeel, che si concluderà nel 2024, si concentra sulla conservazione dell’anguilla europea. L’obiettivo è mantenere e aumentare la popolazione naturale di Anguilla anguilla. L’area di intervento include l’Italia e la Grecia, in particolare il bacino idrografico del Fiume Po e del Delta del Po. Il progetto mira a identificare i migliori soggetti per la riproduzione e la migrazione, nonché a sviluppare la capacità di riprodurre l’anguilla in cattività. In collaborazione con le università di Bologna, Tokyo e Amsterdam, si sta lavorando per raggiungere questo importante obiettivo.

  • ”A fine 2024 si concluderà anche il progetto europeo Lifeel, il primo di conservazione dell’anguilla europea, finalizzato a mantenere e incrementare lo stock naturale di Anguilla anguilla. Il progetto intende contribuire a contrastare le grandi minacce che affliggono la specie. L’area geografica comprende due stati – Italia e Grecia – in particolare per l’Italia quella del bacino idrografico del Fiume Po e del Delta del Po. Oltre a individuare i soggetti più adatti alla riproduzione e migrazione per definirne le caratteristiche – spiega Massimiliano Costa, direttore Parco Regionale Delta del Po Emilia-Romagna – il progetto punta a ottenere la riproduzione in cattività. Assieme alle università di Bologna, Tokio e Amsterdam siamo in dirittura di arrivo con questo obiettivo”.