Ultimo aggiornamento il 21 Febbraio 2024 by Redazione
Verdetto imminente per Julian Assange
Oggi, 21 febbraio, l’Alta Corte britannica emetterà la decisione cruciale riguardante l’estradizione negli Stati Uniti del cofondatore di Wikileaks, Julian Assange. Sulla testa del giornalista pendono 18 capi di imputazione e la prospettiva di una condanna a 175 anni di carcere per aver divulgato documenti riservati che denunciavano abusi delle forze armate americane in Iraq e Afghanistan.
Le precarie condizioni di salute di Assange
Assente all’udienza di ieri, si è detto che Assange abbia riportato una frattura alle costole a causa di una tosse persistente. Dopo anni di isolamento e detenzione nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh a Londra, il suo avvocato, Ed Fitzgerald, ha sottolineato che le condizioni di salute del giornalista sono precarie. Nonostante avesse il permesso di partecipare di persona, Assange è rimasto in carcere in attesa della decisione sull’estradizione.
Le accuse e il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo
Assange è ricercato negli Stati Uniti per aver violato il National Espionage Act, pubblicando documenti riservati che mettevano in luce crimini di guerra americani in Iraq e Afghanistan. Se ritenuto colpevole, potrebbe affrontare una pena fino a 175 anni di carcere. Dopo il rifiuto e il successivo ribaltamento della richiesta di estradizione nel 2021, il destino di Assange sembra ora legato alla decisione dell’Alta Corte britannica. In caso di esito negativo, l’unica opzione restante sarebbe il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo.
Stella Moris, moglie e avvocata di Julian Assange, ha espresso la gravità della situazione definendo questa battaglia legale come una questione di vita o di morte per il giornalista. Attivisti e sostenitori si sono radunati fuori dalla Royal Courts of Justice di Londra, chiedendo la liberazione di Assange e difendendo la libertà di stampa e i diritti umani. La vicenda giudiziaria di Assange continua a suscitare interesse e preoccupazione a livello internazionale, con l’Australia che auspica il ritorno del giornalista nel paese senza estradizione negli Stati Uniti.