Dissesto idrogeologico in Italia: l’allarme sui fiumi tombati e la necessità di una ricostruzione sostenibile

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Dissesto idrogeologico in Italia: l'allarme sui fiumi tombati e la necessità di una ricostruzione sostenibile - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 15 Maggio 2024 by Luisa Pizzardi

Primo paragrafo: “Fiumi tombati: un problema sottovalutato”

Secondo le stime, in Italia ci sarebbero circa 12 mila chilometri di corsi d’acqua interessati da questa pratica, anche se non ci sono dati ufficiali certificati. Il problema è stato affrontato da Musumeci durante un convegno organizzato nella sede nazionale della Protezione Civile sul tema della ricostruzione, un’occasione per fare il punto sulla situazione del dissesto idrogeologico nel Paese.

Sottotitolo: “La pratica dei fiumi tombati e le sue conseguenze”

La pratica dei fiumi tombati è stata molto diffusa in passato, in particolare nelle aree urbane, dove si è cercato di sfruttare al massimo il territorio edificabile. Questo ha comportato la trasformazione di molti corsi d’acqua in canali sotterranei, che spesso non sono in grado di contenere le portate d’acqua durante le piogge intense. Il risultato è che l’acqua fuoriesce dai tombini e dalle caditoie, allagando strade e piazze, e in alcuni casi causando anche crolli e danni alle abitazioni.

Sottotitolo: “‘importanza di una prevenzione efficace”

Per Musumeci, è necessario cominciare a fare un’analisi in sede di prevenzione con la Protezione Civile, e cercare di capire quanti di questi corsi d’acqua possono essere liberati per evitare che avvenga un nuovo disastro. Questo significa che bisogna investire in interventi di manutenzione e di riqualificazione dei corsi d’acqua, e in particolare di quelli tombati, per garantire la sicurezza dei cittadini e del territorio.

Secondo paragrafo: “Ricostruzione sostenibile: la sfida per il futuro”

Il convegno sulla ricostruzione è stato anche un’occasione per discutere di come questo processo possa diventare un’opportunità di rilancio e di innovazione per il Paese. Per i commissari, in particolare, la ricostruzione potrebbe essere un’occasione per riqualificare i territori colpiti dalle calamità, e per renderli più sicuri e sostenibili dal punto di vista ambientale.

Sottotitolo: “Il problema dei costi e della burocrazia”

Come sottolineato da Musumeci, in Italia le ricostruzioni dopo una calamità sono lunghe e costose, con oltre 200 miliardi di euro spesi negli ultimi 40 anni. Questo significa che bisogna cercare di razionalizzare le spese e di snellire la burocrazia, per garantire che i fondi stanziati per la ricostruzione siano utilizzati in modo efficace ed efficiente.

Sottotitolo: “‘importanza di una visione a lungo termine”

Per affrontare la sfida della ricostruzione sostenibile, è necessario avere una visione a lungo termine, che tenga conto delle esigenze dei territori e delle comunità locali. Questo significa che bisogna investire in interventi di manutenzione e di prevenzione, in modo da ridurre il rischio di nuove calamità, e in interventi di riqualificazione e di valorizzazione del territorio, per renderlo più attrattivo e competitivo.

In conclusione, il problema dei fiumi tombati e della ricostruzione sostenibile sono due sfide che l’Italia deve affrontare con determinazione e lungimiranza. Per farlo, è necessario investire in prevenzione, in interventi di riqualificazione e di valorizzazione del territorio, e in una burocrazia più snella ed efficiente. Solo così, si potrà garantire la sicurezza dei cittadini e del territorio, e renderlo più sostenibile e competitivo per il futuro.