Divieto illegittimo di affettività in carcere: una violazione dei diritti umani

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Divieto illegittimo di affettività in carcere: una violazione dei diritti umani - avvisatore.it

Ultimo aggiornamento il 3 Febbraio 2024 by Redazione

La Consulta dichiara illegittimo l’art. 18 della legge sull’ordinamento penitenziario

La Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 18 della legge sull’ordinamento penitenziario. Secondo la sentenza, la norma viola gli articoli 3 e 27, terzo comma, della Costituzione italiana. L’art. 18 prevede che i colloqui dei detenuti con il coniuge o la persona con cui convivono stabilmente debbano avvenire sotto il controllo a vista del personale di custodia, a meno che non ci siano ragioni di sicurezza o esigenze di mantenimento dell’ordine e della disciplina.

La Consulta sottolinea l’importanza dell’espressione dell’affettività intramuraria

La Corte ha sottolineato che la maggior parte degli ordinamenti europei riconosce ai detenuti il diritto di esprimere la propria affettività anche all’interno delle mura carcerarie, compresa la sessualità. La norma dichiarata illegittima impedisce di fatto ai detenuti di esprimere l’affettività con le persone a cui sono legati, anche quando non ci sono ragioni di sicurezza che lo giustifichino. Questo ostacola la finalità rieducativa della pena e comprime la dignità della persona detenuta.

La sentenza apre la strada a una maggiore tutela dei diritti dei detenuti

La sentenza della Consulta rappresenta un importante passo avanti nella tutela dei diritti dei detenuti. La Corte ha stabilito che i colloqui dei detenuti con il coniuge o la persona con cui convivono stabilmente possono avvenire senza il controllo a vista del personale di custodia, a meno che non ci siano ragioni di sicurezza o esigenze di mantenimento dell’ordine e della disciplina. Questa decisione permette ai detenuti di esprimere la propria affettività e favorisce la rieducazione all’interno delle carceri italiane.

In conclusione, la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo l’art. 18 della legge sull’ordinamento penitenziario, che imponeva il controllo a vista dei colloqui dei detenuti con il coniuge o la persona con cui convivono stabilmente. La sentenza sottolinea l’importanza dell’espressione dell’affettività intramuraria e apre la strada a una maggiore tutela dei diritti dei detenuti. Questo rappresenta un passo avanti nella promozione della dignità umana e della rieducazione all’interno delle carceri italiane.

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