Ultimo aggiornamento il 12 Marzo 2024 by Giordana Bellante
Il confronto in aula
Massimo Galli, rinomato infettivologo e ex docente universitario, si è trovato al centro di un processo riguardante presunti concorsi pilotati all’interno della facoltà di medicina, rispondendo alle domande dei magistrati con fermezza e chiarezza. Da sempre riconosciuto per la sua imparzialità, Galli ha sottolineato il suo distacco da favoritismi, non avendo alcun legame familiare nel mondo accademico.
La difesa delle scelte accademiche
Durante il suo interrogatorio, Galli ha approfondito il processo che ha portato Agostino Riva, suo ex collaboratore ora coimputato, a vincere un concorso per diventare professore di seconda fascia. Ha sottolineato la naturalezza della candidatura di Riva e ha spiegato il contesto in cui anche un altro esperto, Massimo Puoti, aveva mostrato interesse per un’altra posizione accademica, negando il coinvolgimento in qualsiasi tentativo di alterare i criteri di valutazione del concorso.
La visione accademica di Galli
Rispondendo alle domande sullo svolgimento dei concorsi accademici, Galli ha espresso la sua visione su come tali processi dovrebbero rispettare lo sviluppo accademico e favorire una crescita equilibrata nella comunità scientifica. Ha sottolineato l’importanza di evitare conflitti disciplinari e promuovere un clima di collaborazione all’interno della comunità accademica.
Attraverso la sua testimonianza, Massimo Galli ha cercato di far luce su un intricato processo accademico, sottolineando l’importanza della trasparenza e della correttezza nel mondo dell’istruzione superiore e della ricerca scientifica. La sua difesa della professionalità e dell’onestà intellettuale si inserisce in un contesto più ampio di valori accademici fondamentali, che pongono al centro l’integrità e la competenza come pilastri irrinunciabili della vita accademica.