La vicenda di Ilaria Salis: dal Giorno dell’Onore a Budapest alla concessione dei domiciliari, un percorso lungo 15 mesi

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La vicenda di Ilaria Salis: dal Giorno dell'Onore a Budapest alla concessione dei domiciliari, un percorso lungo 15 mesi - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 15 Maggio 2024 by Luisa Pizzardi

Ilaria Salis, insegnante e attivista antifascista italiana, è stata protagonista di una vicenda giudiziaria che ha suscitato grande interesse e polemiche a livello internazionale. La sua storia inizia a Budapest, durante le celebrazioni del Giorno dell’Onore, evento che commemora un battaglione nazista che si oppose all’avanzata dell’Armata russa nel 1945, e che ha visto almeno cinque attacchi contro militanti di estrema destra da parte di partecipanti a una contro-manifestazione. Ilaria Salis è stata arrestata con l’accusa di lesioni e di appartenere all’organizzazione antifascista Hammerbande, e la sua vicenda giudiziaria si è protratta per 15 mesi, fino alla concessione dei domiciliari da parte della corte di Budapest.

Parte 1: ‘arresto e le accuse

Ilaria Salis arrestata a Budapest durante le celebrazioni del Giorno dell’Onore

Il 9-11 febbraio 2023, durante le celebrazioni del Giorno dell’Onore a Budapest, si sono verificati almeno cinque attacchi contro militanti di estrema destra per mano di partecipanti a una contro-manifestazione. Ilaria Salis, insegnante e attivista antifascista, è stata arrestata l’11 febbraio mentre si trovava a bordo di un taxi insieme con due altri cittadini tedeschi, Tobias Edelhoff e Anna Christina Mehwald. Lei è l’unica ad essere accusata sia di lesioni che di appartenere all’organizzazione antifascista Hammerbande, che ha come obiettivo quello di colpire a martellate presunti neonazisti.

Le accuse contro Ilaria Salis e la prima istanza per i domiciliari

magistrati contestano all’italiana di aver partecipato a due atti di violenza del 10 febbraio, uno contro un uomo in pieno giorno, davanti a un ufficio postale in piazza Gazdagreti, e un secondo di notte contro una coppia di simpatizzanti neonazisti tedeschi. Nel giugno del 2023, viene respinta la prima delle istanze della difesa di Salis per ottenere gli arresti domiciliari in Italia. Nel novembre del 2023, Ilaria è rinviata a giudizio con la proposta da parte della Procura di patteggiare 11 anni di reclusione nel caso si fosse dichiarata colpevole.

Parte 2: Il processo e la concessione dei domiciliari

‘interesse del governo italiano e l’inizio del processo

’11 gennaio 2024, il ministro della Giustizia Carlo Nordio è il primo a interessarsi del caso, rispondendo a un’interrogazione di Peppe De Cristofaro al question time al Senato, dichiarando che “faremo di tutto per affievolire la sua situazione”. Il 29 gennaio 2024, inizia il processo a Budapest. Le immagini di Salis con le manette e le catene a piedi e polsi scatenano una polemica internazionale. In quell’occasione uno dei due imputati tedeschi, Tobias Edelhoff, si dichiara colpevole, e viene condannato a 3 anni di reclusione. Al contrario, Ilaria Salis continua a professare la sua innocenza. Il 30 gennaio 2024, la presidente del consiglio Giorgia Meloni sente il suo omologo Viktor Orban chiedendo il “rispetto dei diritti” e un “giusto processo” per l’imputata italiana pur nel rispetto dell’indipendenza della magistratura.

La visita del padre di Ilaria e la nuova istanza per i domiciliari

Il 2 febbraio 2024, il presidente del Senato Ignazio La Russa riceve a Milano il padre di Ilaria Salis, dichiarando che “la vicinanza è stata immediata e spontanea, la ragazza ha diritto alla dignità”. Il 5 febbraio 2024, i ministri Tajani e Nordio ricevono separatamente il padre di Ilaria Salis a Roma, evidenziando che i principi di sovranità giurisdizionale di uno Stato impediscono ogni interferenza nella conduzione del processo e nel mutamento dello status libertatis dell’indagato. ‘8 marzo 2024, il ministro Nordio aggiorna che “è stata imboccata la strada giusta” dal punto di vista procedurale, specificando che “per un anno erano stati chiesti gli arresti domiciliari in Italia, cosa che non era consentita dalla procedura e dagli accordi internazionali”.

La candidatura di Ilaria alle elezioni europee e la concessione dei domiciliari

Il 18 aprile 2024, Alleanza Verdi e Sinistra annuncia la candidatura di Ilaria alle elezioni europee di giugno, in accordo con Roberto Salis, padre di Ilaria, detenuta in Ungheria in condizioni che violano gravemente i diritti delle persone. Il 13-14 maggio 2024, Roberto Salis denuncia che “a Ilaria è stato negato il diritto di voto”. ‘Ungheria replica il giorno dopo, parlando di affermazioni “non solo infondate ma che travisano i fatti”. La legge, spiega un portavoce del governo, “stabilisce che a tutti i detenuti sia data l’opportunità di votare e gli istituti penitenziari sono tenuti a facilitare questo fondamentale diritto democratico”. Il 15 maggio 2024, il tribunale di seconda istanza di Budapest accoglie il ricorso degli avvocati: Ilaria Salis sarà trasferita ai domiciliari, dopo il pagamento di una cauzione di 40mila euro e con il braccialetto elettronico.