Ultimo aggiornamento il 18 Maggio 2024 by Luisa Pizzardi
Contesto: Nella giornata di oggi, una manifestazione a sostegno della Palestina ha attraversato le strade di Torino, giungendo fino a Palazzo di Città. Durante la protesta, sono state mosse accuse alla politica europea e all’amministrazione comunale torinese.
Prima parte: La manifestazione e le accuse alla politica europea
Titolo: “Un corteo colorato e determinato: la manifestazione Pro Palestina a Torino”
La manifestazione, composta da numerosi attivisti e simpatizzanti della causa palestinese, ha destato l’attenzione dei cittadini e delle forze dell’ordine, che hanno presidiato il Comune del capoluogo piemontese. Tra i manifestanti, alcuni vestiti da clown hanno dato vita a un’azione dimostrativa, macchiando di vernice rossa una bandiera dell’Europa.
Titolo: “‘Italia terza esportatrice di armi verso Israele: l’accusa dei manifestanti”
Secondo quanto dichiarato dai partecipanti al corteo, la politica europea sarebbe complice delle azioni di Israele nei confronti della Palestina. In particolare, i manifestanti hanno sottolineato il ruolo dell’Italia, che si posiziona come terza esportatrice di armi verso lo Stato israeliano. ” missili che colpiscono la striscia di Gaza sono anche italiani,” hanno affermato i Pro Palestina.
Durante la protesta, è stato incollato sotto la targa della via un manifesto recante la scritta “Piazza Palestina Libera”, a simboleggiare la speranza e la lotta per la libertà e l’autodeterminazione del popolo palestinese.
Seconda parte: Le proteste contro l’amministrazione comunale torinese
Titolo: “Strade torinesi intitolate a personaggi e aree geografiche israeliane: la denuncia dei Pro Palestina”
La manifestazione di oggi ha avuto anche un altro obiettivo: denunciare la scelta dell’amministrazione comunale torinese e del Partito Democratico di intitolare strade del capoluogo piemontese a personaggi e aree geografiche israeliane. Una decisione che, secondo i Pro Palestina, risulta ancor più vergognosa se si considera la situazione di sofferenza e di “massacro” che il popolo palestinese sta subendo.
Titolo: “Beit Alfa Technologies e la repressione violenta dei manifestanti: le accuse dei Pro Palestina”
In particolare, i Pro Palestina hanno contestato la scelta di intitolare una strada al kibbutz Beit Alfa, la cui azienda principale, la Beit Alfa Technologies, è stata accusata di aver sviluppato un’industria redditizia vendendo veicoli antisommossa al regime dell’apartheid in Sud Africa, da utilizzare contro i manifestanti nelle township nere. Inoltre, sempre secondo quanto dichiarato dai Pro Palestina, i veicoli prodotti dalla Beit Alfa Technologies sarebbero stati impiegati nella repressione violenta di manifestazioni in Burundi, Zimbabwe, India, Birmania, Zambia, Etiopia ed Eritrea.
La manifestazione di oggi ha quindi voluto porre l’accento sulle responsabilità, non solo della politica europea, ma anche di quella locale, nella perpetuazione di un conflitto che dura da decenni e che continua a mietere vittime e a ledere i diritti umani.