Ultimo aggiornamento il 23 Dicembre 2023 by Redazione
Protesta a Monfalcone contro la chiusura dei luoghi di culto
Migliaia di fedeli musulmani si sono radunati a Monfalcone (Gorizia) per manifestare contro la decisione della sindaca Anna Maria Cisint di chiudere i loro luoghi di culto. I manifestanti sono arrivati da diverse località del Nord Est, tra cui Mestre, Pordenone e persino Rimini.
Un corteo pacifico per difendere i propri diritti
Un lungo corteo si sta svolgendo per le strade di Monfalcone, con uno striscione in testa che recita “Siamo tutti monfalconesi”. Molti manifestanti sventolano bandiere tricolori e dell’Unione Europea, dimostrando il loro attaccamento all’Italia e all’Europa.
Alcuni manifestanti hanno espresso la loro indignazione riguardo alla chiusura dei luoghi di preghiera, sottolineando che sono cittadini italiani che pagano le tasse e contribuiscono all’economia del Paese. Hanno anche fatto riferimento alla decisione del Tar, che ha riconosciuto la legittimità dei loro diritti in altre città.
Una questione di diritti costituzionali
La chiusura dei luoghi di culto per i fedeli musulmani è stata definita “anticostituzionale” dai manifestanti. Essi sostengono di essere cittadini italiani a tutti gli effetti e di parlare correttamente l’italiano. Inoltre, contribuiscono attivamente alla produzione del Paese.
“Chiudere i nostri luoghi di preghiera è una violazione dei nostri diritti costituzionali. Abbiamo già dimostrato in altre città che siamo in grado di far valere i nostri diritti attraverso il ricorso al Tar”, hanno affermato alcuni manifestanti.
La protesta a Monfalcone continua, con i fedeli musulmani che chiedono di essere ascoltati e di poter continuare a praticare la propria religione senza restrizioni. La situazione rimane tesa, ma i manifestanti mantengono un atteggiamento pacifico nel difendere i propri diritti.