Paolo Rossi, dal cinema al teatro: il cantastorie anarchico nei panni di un sacerdote

Paolo Rossi Dal Cinema Al Tea

Paolo Rossi, dal cinema al teatro: il cantastorie anarchico nei panni di un sacerdote - Occhioche.it

Il poliedrico Paolo Rossi, attore, regista e comico, torna al cinema con “Gloria!” di Margherita Vicario, interpretando un sacerdote e maestro di cappella. ‘artista, che ha sempre professato un’indole anarco-cristiana, ci svela il suo percorso artistico, tra musica, teatro e televisione, e il suo rapporto con la trasgressione e la lucidità.

Dall’oratorio al circolo anarchico: l’infanzia di Paolo Rossi

Cresciuto a Ferrara, in una piazzetta dove affacciavano l’oratorio, il bar sport e il circolo anarchico, Paolo Rossi ha sempre respirato un’aria di libertà e creatività. Saltabeccando dall’uno all’altro, ha sviluppato un’indole anarco-cristiana, che lo ha accompagnato per tutta la vita e che gli ha permesso di interpretare, con grande naturalezza, il ruolo di sacerdote nel film “Gloria!”.

La musica e il teatro: una passione di sempre

La musica è sempre stata una presenza costante nella vita di Paolo Rossi. Oltre ad essere stato regista lirico in importanti teatri, come quello di Spoleto, il San Carlo di Napoli e Hong Kong, il cantastorie ha anche cantato alla Scala di Milano, nel Pipistrello di Strauss, e ha segnato un gol a San Siro durante un Derby del cuore. ‘unico traguardo che gli manca è quello di celebrare una messa in Duomo, ma intanto si gode il posto sicuro che lo aspetta al Cimitero monumentale di Milano.

La trasgressione e la lucidità

Nel corso della sua vita, Paolo Rossi ha vissuto momenti di trasgressione, tra sesso, droga e rock ‘n’ roll. Oggi, tuttavia, l’artista considera la lucidità come la massima forma di trasgressione, lo stupefacente più potente. E per quanto riguarda la televisione, Rossi preferisce dedicarsi al teatro, anche se ammette di dispiacersi per la sua portinaia, che lo crede disoccupato quando non lo vede in TV.

Il cinema e i progetti futuri

Dopo aver girato “Acqua e anice” con Stefania Sandrelli, Paolo Rossi ha imparato ad amare il cinema e a divertirsi sul set. Nonostante qualcuno gli abbia fatto notare che ha una faccia drammatica e un corpo comico, l’attore si sente a suo agio nel mondo cinematografico. Tra i progetti futuri, c’è quello di tornare a Trieste, dove vive, e mettersi a scrivere. In quella città, Rossi trova l’energia creativa e l’ispirazione per le sue storie.

Tra anarchia e fede

Se dovesse tornare in quella piazza di Ferrara, oggi Paolo Rossi entrerebbe nel circolo anarchico, perché crede in un’anarchia seria, con un senso morale. E il prete vanitoso e prepotente che interpreta in “Gloria!”? Per Rossi, ogni personaggio nasconde qualcosa di sé, e quel sacerdote è l’emblema di chi si arrabbia perché non riesce a cogliere l’occasione della vita, ma anche la dimostrazione che questo può sempre succedere.