Protesta operai a Taranto: “Via Mittal o Taranto muore”

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Protesta operai a Taranto: "Via Mittal o Taranto muore" - avvisatore.it

Ultimo aggiornamento il 3 Febbraio 2024 by Redazione

Mobilitazione e corteo a Taranto per l’ex Ilva: lavoratori e sindacati in protesta

Oggi, 29 gennaio, si è svolta a Taranto una manifestazione di protesta organizzata dai sindacati Fim, Fiom, Uilm e Usb, insieme alle associazioni di categoria Aigi, Confapi e Casartigiani. L’obiettivo della mobilitazione era quello di “scongiurare il disastro sociale e ambientale e garantire la continuità produttiva e occupazionale” dopo la separazione consensuale da ArcelorMittal.

I motivi della protesta: garanzie per i crediti e il futuro dell’industria

I lavoratori hanno scelto di scendere in piazza per chiedere garanzie sui crediti spettanti alle piccole imprese che operano nell’indotto dell’ex Ilva, le quali già stanno affrontando difficoltà nel mantenere la continuità lavorativa. La protesta è stata un segnale forte in vista delle decisioni che il Governo prenderà per il futuro dello stabilimento siderurgico, il quale si trova in una situazione di incertezza, soprattutto riguardo alla necessità di avviare un complesso processo di riconversione ambientale.

Landini: “L’Ilva deve tornare pubblica per evitare il blocco delle attività”

Maurizio Landini, leader della Cgil, ha sottolineato l’importanza che l’Ilva torni a essere di proprietà pubblica e ha evidenziato la necessità di evitare un blocco totale delle attività. Secondo Landini, se l’industria dell’acciaio è strategica per un Paese industriale come l’Italia, lo Stato non solo dovrebbe parteciparvi, ma dovrebbe anche definire le linee di interesse, soprattutto se si utilizzano fondi pubblici. Landini ha sottolineato l’importanza di una politica industriale che, secondo lui, è stata trascurata negli ultimi decenni.

Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil, ha dichiarato che la manifestazione di oggi è stata una giornata straordinaria di mobilitazione che parla a tutto il Paese. Scarpa ha sottolineato l’importanza di agire immediatamente per il rilancio produttivo di Taranto e per gli investimenti nella transizione ecologica, al fine di salvaguardare l’occupazione e l’ambiente. Secondo il sindacalista, è necessario archiviare immediatamente la stagione di ArcelorMittal e affrontare il futuro, evitando il fermo degli impianti e la cassa integrazione dei lavoratori. Scarpa ha ribadito la necessità di un aumento del capitale pubblico e del controllo statale sulla più grande acciaieria d’Europa, sottolineando che senza l’acciaio non c’è futuro industriale per l’Italia.

Oltre 6.000 lavoratori in corteo: l’appello al governo

Più di 6.000 lavoratori dell’ex Ilva hanno partecipato al corteo intorno allo stabilimento di Taranto. Valerio D’Alò, segretario nazionale Fim, ha sottolineato che la massiccia adesione dei lavoratori alla mobilitazione deve essere un segnale per il governo affinché tenga in considerazione e tuteli tutti i lavoratori diretti e delle imprese, sia come ammortizzatori sociali, sia come tutela delle imprese stesse. D’Alò ha sottolineato l’importanza di agire rapidamente e in modo efficace per risolvere i problemi che impediscono il rilancio di tutti i siti del gruppo ex Ilva, non solo a Taranto, ma in tutto il Paese.

Anche Antonio Spera, segretario nazionale Ugl Metalmeccanici, ha partecipato al corteo e ha evidenziato le difficoltà e le contraddizioni di un territorio fragile e di un complesso tessuto industriale. Spera ha chiesto al governo di continuare sulla strada intrapresa, tenendo conto di tutte le parti coinvolte: i lavoratori diretti, quelli dell’indotto, quelli in amministrazione straordinaria, gli appaltatori e gli autotrasportatori. Secondo Spera, è necessario sostenere l’intero sistema produttivo e l’ambiente di un territorio che ha già sofferto abbastanza.

La mobilitazione di oggi a Taranto è stata un segnale forte e chiaro da parte dei lavoratori e dei sindacati, che chiedono garanzie per il futuro dell’industria siderurgica e la tutela dell’occupazione. Ora spetta al governo prendere decisioni rapide ed efficaci per risolvere i problemi e garantire un futuro sostenibile per l’ex Ilva.