Ultimo aggiornamento il 3 Febbraio 2024 by Redazione
La storia della deportazione e dei campi di concentramento: un giudizio incisivo di Primo Levi
Il Giorno della Memoria è stato celebrato al Quirinale con un discorso del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Durante la cerimonia, Mattarella ha citato le parole di Primo Levi, sopravvissuto ad Auschwitz, che nel 1973 ha definito la deportazione e i campi di concentramento come il “fondamento condotto all’estremo, oltre ogni limite della legge morale che è incisa nella coscienza umana”.
Il genocidio nel cuore dell’Europa civile
Il Presidente Mattarella ha sottolineato che il genocidio perpetrato durante il Novecento rappresenta il “più abominevole dei crimini, per gravità e per dimensione”. Questo crimine è stato commesso nel cuore dell’Europa civile, dove gli ideali di libertà, rispetto dei diritti umani, tolleranza, fratellanza e democrazia erano già diffusi e praticati.
Auschwitz: un abisso oltre ogni immaginazione
Mattarella ha evidenziato che l’uomo del Novecento, immerso nella fiducia nel progresso scientifico, culturale e tecnologico, mai avrebbe pensato di trovarsi di fronte a un evento così tragico. L’orrore assoluto di Auschwitz, secondo il Presidente, è senza precedenti e non può essere paragonato ad altro. Questo orrore è stato ideato e realizzato in nome di ideologie basate sul mito della razza, dell’odio, del fanatismo e della prevaricazione. Mattarella ha concluso affermando che questo orrore sembrava inconcepibile, poiché era così lontano dai sentimenti normalmente attribuiti all’umanità.
Con queste parole, il Presidente Mattarella ha reso omaggio alle vittime della deportazione e dei campi di concentramento, ricordando l’importanza di preservare la memoria di questi eventi tragici per evitare che si ripetano in futuro. La celebrazione del Giorno della Memoria è un momento di riflessione e di impegno per la difesa dei valori fondamentali dell’umanità.