Situazione di emergenza sanitaria: ospedali Pertini e San Giovanni uniscono forze per madre e figlio

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Situazione di emergenza sanitaria: ospedali Pertini e San Giovanni uniscono forze per madre e figlio - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 20 Agosto 2024 by Redazione

Un episodio di buon senso e umanità ha avuto luogo la notte del 16 agosto, grazie alla tempestività e alla dedizione del personale medico degli ospedali Pertini e San Giovanni. Una madre, in condizioni critiche, è giunta al pronto soccorso con il suo unico figlio, affetto da sindrome autistica, creando una situazione che avrebbe potuto rivelarsi assai complicata. Grazie alla pronta assistenza e alla disponibilità di un ambiente favorevole, madre e figlio hanno trovato una soluzione che ha alleviato le loro preoccupazioni durante un momento di grande stress.

l’arrivo in pronto soccorso

Un’emergenza inattesa

La madre, di nome Franca, si è presentata al pronto soccorso dell’ospedale Sandro Pertini in stato critico, accompagnata dal figlio Antonio, un uomo di 40 anni con sindrome autistica. Il contesto dell’emergenza ha immediatamente messo in luce la difficoltà della situazione: il figlio non era disposto a separarsi dalla madre, mentre questa necessitava di un intervento urgente. Gli operatori del triage hanno compreso la delicatezza del momento e si sono attivati per fornire supporto, permettendo all’uomo di rimanere vicino alla madre durante il tutto.

Interventi e accoglienza

Inizialmente, Antonio è stato “ospitato” nella stanza dei coordinatori del pronto soccorso. Qui, gli operatori hanno messo in atto un approccio costruttivo, consapevoli delle specifiche esigenze e della personalità del paziente. Sono stati coinvolti professionisti qualificati, il cui obiettivo era quello di garantire un ambiente rassicurante e confortevole per Antonio, mantenendo sempre in primo piano il benessere emotivo del figlio.

l’intervento e la gestione post-operatoria

Assistenza durante l’intervento

Dopo il trasferimento all’ospedale San Giovanni Addolorata, il commissario straordinario della Asl Roma 2 ha disposto che intervenisse il servizio “Curare con cur@”, concepito per assistere i pazienti con difficoltà relazionali. Coordinato dal dottor Sabino Venezia e supportato da Luana Evangelisti, caposala del pronto soccorso, il team è riuscito a creare un legame con Antonio, consentendo alla madre di affrontare l’intervento chirurgico senza ulteriori preoccupazioni riguardo alla sicurezza del figlio.

Momenti di vicinanza

Durante l’intervento, Antonio ha potuto rimanere nei pressi della madre, seduto accanto al dottor Venezia. Questa scelta ha consentito a Franca di essere più serena, avendo la consapevolezza che il suo amato figlio non era solo. Dopo l’esito positivo dell’operazione, è emersa l’esigenza di fargli trascorrere la notte insieme, e anche questo aspetto è stato prontamente gestito dal personale ospedaliero.

la degenza condivisa e il rientro a casa

Accoglienza nell’unità operativa

L’unità operativa complessa di ortopedia dell’ospedale San Giovanni ha accolto la richiesta e ha garantito una stanza a due letti, consentendo a Franca e Antonio di rimanere insieme durante il periodo di degenza. Questa decisione ha rispecchiato l’impegno della struttura ospedaliera di promuovere un’assistenza centrata sul paziente e la sua famiglia, conferendo un approccio umano a una situazione di grande vulnerabilità.

Verso la normalità

Dopo le necessarie cure e il trattamento, entrambi i pazienti sono stati trasferiti di nuovo presso l’ospedale Sandro Pertini il 18 agosto per pianificare ulteriori interventi. Attualmente, madre e figlio si preparano a tornare nella loro abitazione, dove Antonio potrà riunirsi al suo cagnolino, e saranno assistiti dall’assistenza domiciliare della Asl Roma 1. Il servizio “Curare con cur@” continuerà a essere attivo, assicurando una rete di supporto per evitare ogni forma di isolamento sociale.

Questo episodio dimostra come una sinergia tra i diversi reparti e professionisti possa trasformare un’emergenza in un’opportunità di assistenza adeguata e umana, soddisfacendo non solo le esigenze mediche, ma anche quelle emotive delle persone coinvolte.

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