“Sorella uccisa: sentenza delitto imprevedibile”

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"Sorella uccisa: sentenza delitto imprevedibile" - avvisatore.it

Ultimo aggiornamento il 21 Dicembre 2023 by Redazione

Alberto Scagni condannato a 24 anni e 6 mesi di carcere per l’omicidio della sorella

Il presidente della Corte d’assise di Genova, Massimo Cusatti, ha emesso la sentenza con cui Alberto Scagni è stato condannato a 24 anni e 6 mesi di carcere per l’omicidio della sorella Alice, avvenuto il 1 maggio 2022. Secondo il giudice, “sarebbe stato ben arduo pronosticare per chiunque, prima delle 13 del 1 maggio 2022, che Alberto fosse in grado di pianificare concretamente e portare a esecuzione un omicidio tanto atroce quale quello consumato in danno della sorella”.

Nelle motivazioni della sentenza, il giudice ripercorre la vicenda e le testimonianze emerse nel corso del processo. Viene sottolineato che, nonostante le minacce telefoniche e la mancata consegna dei soldi da parte dei genitori, nessuno avrebbe potuto prevedere il grave disturbo di personalità di Scagni, nascosto dietro una facciata di sicurezza e arroganza. Il giudice afferma che “nessuno che non fosse munito delle necessarie competenze tecniche avrebbe potuto scovare il disagio psichico ben occultato dietro sicumera, arroganza e atteggiamenti provocatori con i quali l’imputato ha dissimulato per anni il proprio grave disturbo di personalità”.

Le motivazioni della Corte d’Assise: la percezione distorta della realtà di Scagni

Secondo il giudice Cusatti, quel giorno Alberto Scagni si è sentito con le “spalle al muro” dopo aver constatato che i genitori non avevano versato i soldi sul suo conto, nonostante le minacce. In una percezione distorta della realtà, Scagni ha voluto compiere un’azione “grandiosa” che gli permettesse di recuperare la stima di sé stesso e allo stesso tempo “punire” i genitori per non aver acconsentito alle sue richieste.

Il giudice sottolinea che, nonostante le difficoltà, i familiari hanno cercato di segnalare le problematiche di Scagni alle autorità competenti, ma senza successo. “Nell’ultimo decennio – prosegue il giudice -, i familiari si sono vicendevolmente attribuiti la responsabilità di investire le Autorità di polizia delle malefatte volta a volta attribuibili al congiunto senza mai vincere, però, la comprensibile resistenza dovuta all’enorme difficoltà di prendere finalmente atto della di lui instabilità psichica”.

Procedimento penale in corso sulle presunte omissioni di polizia e centro di salute mentale

Oltre alla condanna di Alberto Scagni, è in corso un procedimento penale separato sulle presunte omissioni da parte della polizia e del centro di salute mentale. Un medico e due poliziotti sono indagati in relazione a questo caso. Dopo la richiesta di archiviazione da parte della Procura e l’opposizione dei familiari, è stata fissata un’udienza davanti al gip che si terrà l’8 febbraio.