Test urine per rilevare il cancro ovarico: una nuova possibilità?

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Test urine per rilevare il cancro ovarico: una nuova possibilità? - avvisatore.it

Ultimo aggiornamento il 14 Febbraio 2024 by Redazione

Un nuovo esame delle urine potrebbe aiutare a diagnosticare il cancro ovarico in fase precoce

Un gruppo di ricercatori della Virginia Commonwealth University ha condotto uno studio che potrebbe portare allo sviluppo di un esame delle urine per la diagnosi precoce del cancro ovarico. Attualmente, la malattia è difficile da individuare nelle prime fasi, ma questa nuova tecnica potrebbe cambiare le cose.

La scoperta dei peptidi nelle urine

Studi precedenti hanno dimostrato che nelle urine delle donne affette da cancro ovarico sono presenti migliaia di piccole molecole proteiche o peptidi. Tuttavia, le tecniche attualmente disponibili per rilevare questi peptidi sono complesse e costose. Il team di ricerca guidato da Joseph Reiner ha quindi cercato un nuovo approccio per identificare e riconoscere questi peptidi spia.

La tecnologia dei nanopori

Il gruppo di ricerca ha utilizzato una tecnologia basata sui nanopori, che sono minuscoli pori attraverso i quali le molecole possono passare. Hanno utilizzato nanoparticelle d’oro per bloccare parzialmente i nanopori e i peptidi, passando attraverso questi pori, si attaccano alle nanoparticelle. Questo processo produce una firma molecolare unica che può essere utilizzata per identificare i peptidi associati al cancro ovarico.

Secondo Reiner, “di questi 13 peptidi ora conosciamo le firme, sappiamo come appaiono e come potrebbero essere utilizzate in questo schema di rilevamento. È come avere un’impronta digitale che ci dice cos’è il peptide”. I dati clinici hanno mostrato un miglioramento significativo nella sopravvivenza a 5 anni quando i tumori vengono rilevati nelle fasi iniziali. Questo potrebbe essere vero anche per il cancro ovarico.

La ricerca condotta da Reiner e colleghi sarà presentata durante il 68esimo meeting annuale della Biophysical Society, che si terrà a Philadelphia dal 10 al 14 febbraio. Se questa tecnica si dimostrerà efficace, potrebbe rappresentare un importante passo avanti nella diagnosi precoce del cancro ovarico, consentendo un trattamento più tempestivo e migliorando le prospettive di sopravvivenza per le donne affette da questa malattia.