Truffa fondi Covid: sequestrati 115.000 euro ad associazione

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Truffa fondi Covid: sequestrati 115.000 euro ad associazione - avvisatore.it

Ultimo aggiornamento il 14 Febbraio 2024 by Redazione

Sventata truffa ai danni dello Stato: sequestrati 115mila euro

Il Gruppo della Guardia di Finanza di L’Aquila ha scoperto e sventato una truffa ai danni dello Stato riguardante i fondi elargiti per affrontare l’emergenza economica derivante dalla pandemia di Covid-19. Durante l’operazione, sono stati sequestrati 115mila euro ottenuti ingiustamente tramite false attestazioni da tesserati collaboratori di un’Associazione sportiva dilettantistica (Asd) della provincia dell’Aquila.

Irregolarità nella richiesta dei fondi

L’irregolarità risiede nel fatto che i collaboratori sportivi non avevano mai percepito alcun compenso sportivo prima dell’emergenza pandemica, condizione necessaria per poter richiedere il beneficio economico previsto dai decreti governativi. Secondo le accuse, i collaboratori sportivi hanno ottenuto il finanziamento pubblico con la complicità del presidente e del segretario amministrativo dell’Asd, allegando nella domanda accordi di rimborso spese “predatati e posticci”. L’attività investigativa ha portato alla segnalazione di 32 persone alla Procura della Repubblica del Tribunale di L’Aquila.

Retrodatazione degli accordi di rimborso spese

Gli agenti della Guardia di Finanza hanno scoperto che i responsabili dell’associazione hanno ideato e predisposto accordi di rimborso spese retrodatati. Attraverso la piattaforma di messaggistica istantanea WhatsApp, hanno contattato ogni singolo giocatore, chiedendo loro di inviare una foto delle firme. Successivamente, hanno scansionato le firme e le hanno riportate sugli accordi stessi, allegati alle domande presentate. In questo modo, i tesserati, molti dei quali minorenni al momento dei fatti, hanno ottenuto indebitamente un’indennità come collaboratori sportivi per gli anni 2019/20 e 2020/21, per un totale di 115mila euro.

La truffa in danno dello Stato è consistita nel formare, successivamente alla data di emanazione dei provvedimenti governativi di sussidio, contratti di collaborazione, appositamente retrodatati, che prevedessero a favore dei tesserati dei rimborsi che, nella realtà, non erano mai stati concordati né versati in precedenza. – si legge in una nota.

Il sequestro della somma è stato disposto dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale dell’Aquila.

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