Ultimo aggiornamento il 19 Gennaio 2024 by Redazione
Un sacerdote bolzanino diventa eremita diocesano in Alto Adige
In un mondo sempre più rumoroso e con il confine tra realtà e virtuale che si fa sempre più labile, c’è ancora chi sceglie una vita spirituale fatta di silenzio, solitudine e preghiera costante. È il caso del sacerdote bolzanino don Massimiliano de Franceschi, conosciuto come don Max, che ha deciso di intraprendere la vita di eremita diocesano in Alto Adige. Di fronte al vescovo Ivo Muser, il cinquantenne ha emesso la professione semplice che lo impegnerà – almeno per i prossimi tre anni – a condurre una vita lontana dal mondo. Come eremita diocesano, don Massimiliano, o fratel Max come ora preferisce farsi chiamare, ha stabilito una regola di vita che gli è stata consegnata durante il rito della professione.
L’eremitismo nella Chiesa cattolica
L’eremitismo è uno stile di vita speciale riconosciuto dalla Chiesa cattolica attraverso il diritto canonico. Gli eremiti vivono in ritiro, in solitudine e silenzio, dedicandosi alla preghiera e alla penitenza. La Chiesa riconosce due tipi di eremiti: gli eremiti diocesani, che seguono le direttive del vescovo, e gli eremiti appartenenti a un ordine religioso. Gli eremiti diocesani si impegnano pubblicamente a una vita di povertà, castità e obbedienza, mentre gli eremiti religiosi sono sostenuti dalla loro comunità. In Italia si stima che ci siano circa 150-200 eremiti, mentre in Germania il numero si aggira intorno ai 70-80.
La scelta di fratel Max
Fratel Max ha scelto di vivere come eremita diocesano, seguendo le indicazioni del vescovo, che ha il compito di riconoscere e vigilare sulla vita eremitica per garantire che sia autentica e in linea con l’insegnamento della Chiesa. “Il desiderio di condurre una vita eremitica è per me, come per tante altre persone prima di me, una risposta a una chiamata che invita a vivere in una dimensione di solitudine e silenzio. Dopo i primi anni di servizio attivo come sacerdote nella nostra diocesi, ho sentito sempre più forte il richiamo verso una maggiore solitudine, verso l’eremo. Per questo motivo, ho deciso di condurre una vita più ritirata, dedicata alla preghiera e al silenzio, in un cammino di continua conversione nel luogo individuato di comune accordo con i miei superiori”, scrive fratel Massimiliano nella sua regola di vita.
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