Ultimo aggiornamento il 14 Maggio 2024 by Luisa Pizzardi
Un’indagine congiunta tra l’Ufficio delle dogane di **Perugia, la sezione polizia stradale e i militari della compagnia della guardia di finanza di Foligno, coordinata dalla Procura della Repubblica di Spoleto, ha portato alla luce una presunta evasione dell’Iva per 2,5 milioni di euro da parte di una società con sede legale nel folignate operante nel settore della vendita di auto. ‘inchiesta, che ha visto la collaborazione dell’Autorità doganale tedesca, ha permesso di accertare la vendita di oltre 500 auto di lusso a clienti ignari della “frode carosello” e il coinvolgimento di 11 persone, tra cui il titolare della ditta e i responsabili di società “cartiere” con sedi operative fittizie.
La frode carosello e le auto di lusso vendute a clienti ignari
Cos’è la frode carosello e come funziona
Nel biennio 2019-2020, la società con sede legale nel folignate avrebbe messo in atto una frode fiscale nota come “frode carosello”, che consiste nell’acquisto di beni in uno Stato membro dell’Unione Europea senza pagare l’Iva, per poi rivenderli in Italia con l’applicazione dell’imposta. In questo modo, la società avrebbe incassato l’Iva senza mai versarla allo Stato, per un totale di 2,5 milioni di euro.
Le auto di lusso al centro dell’indagine: da Maserati a Porsche
Le auto al centro dell’indagine sono tutte di grande cilindrata e di marchi prestigiosi: tra queste, ci sono la Maserati Ghibli, la Porsche Cayenne, la Porsche Macan, la Porsche Panamera, l’Alfa Romeo Stelvio, l’Audi A7, l’Audi Q8, l’Audi TT, la Ford Mustang, la Jaguar E.Pace, la Jaguar .E, la Mercedes Glc220 e la Peugeot Rcz. Le vetture venivano acquistate in Germania e rivendute nell’autosalone plurimarche della società, già in passato oggetto di indagine.
clienti ignari e le vetture acquistate in Germania
clienti che hanno acquistato le auto, secondo quanto emerso dalle indagini, erano all’oscuro della frode fiscale messa in atto dalla società. Tuttavia, le conseguenze per loro potrebbero essere gravi: in caso di accertamento dell’evasione fiscale, infatti, potrebbero essere chiamati a versare l’Iva dovuta, oltre a sanzioni e interessi.
Le 11 persone deferite a Spoleto e le società “cartiere” con sedi operative fittizie
Chi sono le 11 persone deferite a Spoleto e quali sono le accuse
A conclusione delle attività investigative, 11 persone sono state deferite alla Procura di Spoleto. Tra queste, c’è il titolare della ditta operante nella Valle umbra sud, accusato di dichiarazione fraudolenta per utilizzo di fatture soggettivamente inesistenti. Gli altri 10 deferiti, invece, sono i titolari delle società “cartiere”, ovvero società di comodo create appositamente per emettere fatture false e facilitare la frode fiscale. A loro è stata contestata l’omessa dichiarazione Iva e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti.
Le società “cartiere” e il ruolo nella frode fiscale
Tutti i titolari delle società “cartiere” risultano nullatenenti, con sedi operative fittizie nelle province di Roma, Foggia e Vibo Valentia. Grazie alla collaborazione avviata con l’Autorità doganale tedesca, i funzionari della Adm e della polstrada hanno accertato la cessione alla sola ditta umbra di oltre 500 auto, per un valore di oltre 8 milioni di euro e una evasione pari a circa 1,35 milioni di euro nel 2019 e 1,21 nel 2020.
Le sedi operative fittizie: da Roma a Vibo Valentia
‘indagine ha quindi permesso di smantellare un sistema di frode fiscale ben organizzato e ramificato, che coinvolgeva diverse società e persone e che ha causato un danno erariale di 2,5 milioni di euro. Ora, sarà compito della magistratura accertare le responsabilità penali e decidere le eventuali misure cautelari e sanzioni a carico dei deferiti.