Cognato accusato di aggressione e incendio: “Non sono stato io”

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Cognato accusato di aggressione e incendio: "Non sono stato io" - avvisatore.it

Ultimo aggiornamento il 19 Gennaio 2024 by Redazione

L’avvocato difensore respinge l’accusa di omicidio

L’avvocato Katia Dottore Giachino, che difende Daniele Maiorino, ha respinto l’accusa di omicidio del cognato Alessio Cini, sostenendo che il movente attribuito dagli inquirenti è “inverosimile”. Secondo l’avvocato, il suo assistito non avrebbe pronunciato la frase “L’ho ucciso”, come affermato dalla procura, ma al contrario avrebbe detto “Lo hanno ucciso”. L’avvocato ha anche sottolineato che le telecamere di sorveglianza non mostrano nessuna persona avvicinarsi alla vittima mentre prende fuoco.

Le parole non sono chiare

L’avvocato Katia Dottore Giachino ha spiegato che le parole pronunciate da Daniele Maiorino durante l’interrogatorio non sono chiare a causa dei rumori di fondo. L’avvocato ha ascoltato gli audio forniti dalla procura e ha affermato che non è possibile distinguere chiaramente le parole a causa dei rumori di fondo. Secondo l’avvocato, il suo assistito avrebbe detto “L’hanno ucciso” e non “L’ho ucciso”, come affermato dalla procura.

Il movente è inverosimile

Gli inquirenti hanno attribuito il movente dell’omicidio al percepimento dei vantaggi dell’eredità. Tuttavia, l’avvocato Katia Dottore Giachino ha definito questa ipotesi “inverosimile”. Secondo l’avvocato difensore, non ci sono prove concrete che dimostrino che il suo assistito abbia commesso l’omicidio per ottenere l’eredità. L’avvocato ha sottolineato che le telecamere di sorveglianza non mostrano alcuna persona avvicinarsi alla vittima, mettendo in dubbio la versione degli inquirenti.

Il mio assistito ha respinto l’accusa di aver assassinato il cognato. Le telecamere riprendono Cini che prende fuoco ma non si vede alcuna persona che si avvicina alla vittima. Non dice ‘L’ho ucciso’, ma l’esatto contrario ‘L’hanno ucciso’. Abbiamo sentito gli audio forniti dalla procura e le parole, a causa dei rumori di fondo, non sono chiare. Il mio assistito non avrebbe detto “L’ho ucciso”, come la procura gli contesta, ma l’esatto contrario: “Lo hanno ucciso”. E il movente dell’omicidio, che gli inquirenti nel fermo, attribuiscono al percepimento dei vantaggi dell’eredità, per il difensore “è inverosimile”.

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