“Cooperante svela la verità sulla situazione umanitaria a Rafah”

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"Cooperante svela la verità sulla situazione umanitaria a Rafah" - avvisatore.it

Ultimo aggiornamento il 14 Febbraio 2024 by Redazione

Una notte di terrore a Rafah: 105 morti e paura di un massacro imminente

È stata una notte di terrore quella vissuta dai palestinesi a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Gli israeliani hanno bombardato la città da terra, aria e con i carri armati, uccidendo 105 persone. La situazione è così grave che il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato un’operazione militare contro Rafah, che potrebbe portare a un massacro senza precedenti.

La testimonianza di Sami Abu Omar, un cooperante palestinese che ha trovato rifugio a Rafah insieme alla sua famiglia, racconta la disperazione che si respira nella città. Dopo aver camminato per 14 chilometri, hanno trovato una stanza in affitto vicino al mare, dove ora vivono 40 persone in uno spazio di soli quattro metri per quattro. Gli uomini dormono in tende di plastica nelle vicinanze.

La popolazione di Rafah non ha ancora ricevuto un ordine di evacuazione, ma molte persone stanno già smontando le tende. La disperazione è palpabile, con la gente che non sa dove andare. Gli egiziani hanno aumentato la sicurezza al confine e stanno costruendo un muro per impedire l’esodo dei palestinesi. C’è la possibilità di passare attraverso il valico di Rafah pagando una cifra considerevole, ma molti non hanno i soldi necessari.

La situazione economica è disastrosa, con i prezzi che sono decuplicati rispetto a prima della guerra. Le persone fanno la fila per ore per un pezzo di pane e spesso si trovano a digiunare per tutto il giorno. La benzina e il gasolio sono diventati inaccessibili per la maggior parte delle persone. Anche il latte per i bambini è difficile da trovare e i pannolini sono diventati estremamente costosi.

Nonostante tutto, c’è ancora speranza. Abu Omar confida nelle trattative in corso e nell’intervento del Qatar e degli Stati Uniti per raggiungere un cessate il fuoco permanente. La paura è che l’offensiva contro Rafah possa continuare per altri sei mesi, causando un numero ancora più elevato di vittime. La comunità internazionale deve intervenire per fermare questa tragedia e far rispettare le leggi internazionali.

La situazione a Rafah è critica e richiede un intervento immediato. Le vite delle persone sono in pericolo e la disperazione è palpabile. È necessario porre fine a questa violenza e trovare una soluzione pacifica per il bene di tutti i palestinesi.