Ultimo aggiornamento il 20 Gennaio 2024 by Redazione
Medico aggredito a calci e pugni dall’aggressore di una paziente
Un dirigente medico del reparto di Medicina dell’ospedale Umberto I di Enna è stato vittima di un’aggressione fisica da parte del figlio di una paziente. Secondo le prime informazioni, l’uomo stava cercando in ogni modo di portare una pizza alla madre, ma il medico gli ha negato l’accesso. Questo ha scatenato l’aggressione, che è stata fermata solo con l’intervento dei carabinieri, che hanno identificato l’aggressore e lo hanno denunciato.
L’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Enna condanna l’episodio di violenza
Il presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Enna, Renato Mancuso, ha condannato fermamente l’aggressione, definendola un “esecrabile episodio di violenza”. L’Ordine ha annunciato che si costituirà parte civile in un eventuale procedimento penale contro l’aggressore. Mancuso ha espresso solidarietà e sostegno al collega vittima dell’aggressione, sottolineando l’importanza di garantire la protezione del personale sanitario per assicurare la tranquillità nell’erogazione dei servizi.
La necessità di tutelare il personale sanitario
Questa non è la prima volta che un medico dell’ospedale Umberto I di Enna viene aggredito. Mancuso ha evidenziato la necessità di una riflessione generale e culturale sulla tutela del personale sanitario, affinché possano svolgere il proprio lavoro in condizioni di serenità. “La tutela del personale sanitario è fondamentale per garantire la qualità dei servizi offerti”, ha affermato Mancuso. L’episodio di violenza ha sollevato la questione della sicurezza negli ospedali e della necessità di adottare misure adeguate per prevenire simili incidenti in futuro.
Questo tipo di violenza nei confronti del personale sanitario è inaccettabile e richiede un’azione decisa da parte delle autorità competenti. È fondamentale che vengano adottate misure per garantire la sicurezza del personale medico e infermieristico, affinché possano svolgere il proprio lavoro senza timore di aggressioni. La violenza non può essere tollerata in nessun contesto, soprattutto quando si tratta di professionisti che dedicano la propria vita a prendersi cura degli altri.