Ultimo aggiornamento il 19 Agosto 2024 by Giordana Bellante
La rapina di un furgone attrezzato per il trasporto di ragazzi con disabilità ha messo in seria difficoltà una famiglia romana. Massimo, padre di due giovani, racconta il furto del suo Fiat Ducato, un veicolo essenziale per poter garantire ai suoi figli l’accesso a uscite e attività che di norma sono parte integrante della vita quotidiana. Questo gesto criminoso non solo colpisce un mezzo di trasporto, ma incide pesantemente sul benessere emotivo e pratico dei due ragazzi.
Il furto del furgone: cronaca di un sabato difficile
Il parcheggio e la scoperta del furto
Massimo aveva lasciato regolarmente il proprio Fiat Ducato attrezzato nel posto riservato ai disabili in via Selinunte 18. Di proprietà della famiglia da circa 25 anni, il furgone era in condizioni precarie e rappresentava un valore commerciale esiguo, ma per Massimo e i suoi figli quel mezzo rappresentava molto di più. La domenica, intorno alle 12:45, l’uomo si avvicina al veicolo pronto a trascorrere una giornata con i suoi ragazzi, ma si trova di fronte a una realtà inaspettata e desolante: il furgone era sparito.
La reazione della famiglia
La perdita del furgone ha avuto un impatto devastante sulla vita di Massimo e dei suoi figli, che soffrono di gravi disabilità. Senza il veicolo, i due ragazzi, rispettivamente di 23 e 19 anni, si trovano impossibilitati a muoversi e a godere delle piccole uscite che per loro rappresentano un’importante occasione di socializzazione e svago. “I miei figli sono rimasti sotto choc; nonostante le difficoltà, sono persone brillanti e intelligenti, conoscono diverse lingue e comprendono appieno la situazione,” racconta Massimo, sottolineando il legame profondo che il furgone ha con la loro quotidianità.
Problematiche legate alla disabilità e l’importanza del furgone
L’importanza dell’attrezzatura per l’autonomia
L’allestimento interno del furgone non era semplice, ma era stato realizzato appositamente per le necessità dei ragazzi, comprendendo posti per carrozzine, pedana elevatrice e supporti per presidi salvavita. Questi elementi non solo garantivano un viaggio sicuro ma permettevano ai ragazzi di spostarsi liberamente e con dignità. Massimo spiega che ora, senza il furgone, è difficile trovare un altro veicolo con caratteristiche simili, rappresentando una complicazione logistica che aggrava la situazione della famiglia.
Difficoltà quotidiane aumentate dal furto
Oltre all’innegabile immediatezza del danno economico, c’è anche una dimensione emotiva significativa per la famiglia, costretta a rinunciare a quei momenti di libertà che erano garantiti solo da quel veicolo. Le giornate dei ragazzi, già segnate da limitazioni, sono ora ulteriormente ristrette, e Massimo teme che questo possa influenzare la loro salute psicologica e il loro benessere.
Denunciare e recuperare: gli sforzi della famiglia
La denuncia ai carabinieri
Dopo la scoperta del furto, Massimo si è recato alla stazione dei carabinieri del Quadraro, dove ha sporto denuncia. Questa scelta non è solo un passo legale da compiere, ma un atto di speranza nel voler recuperare il furgone e, di fatto, ripristinare una vita quotidiana che è stata profondamente alterata. La denuncia rappresenta un modo per sollevare il velo su un crimine che colpisce non soltanto la proprietà, ma anche la dignità e la quotidianità di una famiglia.
Appello alla comunità
Massimo ha anche lanciato un appello alla comunità, sperando che qualcuno possa avere notizie utili riguardo al furgone rubato. Ha fornito dettagli specifici riguardo alla targa, BE047GS, invitando chiunque avesse informazioni a contattare le autorità locali o a mettersi in contatto attraverso un numero WhatsApp per qualsiasi segnalazione. Speranza e determinazione accompagnano Massimo mentre affronta questa sfida, nella speranza di poter nuovamente riunire la propria famiglia attorno a momenti di normalità.