Ultimo aggiornamento il 12 Giugno 2025 by Emiliano Belmonte
Roma, 12 giugno 2025 – Il drammatico decesso di una donna ecuadoriana di 46 anni al Policlinico Umberto I, a seguito di una liposuzione in uno studio non autorizzato, spinge l’Ordine dei Medici di Roma a proporre un sistema di trasparenza basato su un QR Code. Antonio Magi, presidente dell’Omceo capitolino, ha presentato l’idea durante il congresso SIME alla Nuvola.
Un codice per tutelare la salute dei pazienti
“Inserire un QR Code all’interno e all’esterno degli studi medici” spiega Magi, “permetterà al cittadino di verificare in pochi secondi se la struttura è autorizzata, quali interventi è abilitata a eseguire e se il personale è adeguatamente formato.” Un mezzo semplice e immediato per contrastare l’abusivismo e garantire che prestazioni estetiche e chirurgiche avvengano in ambienti sicuri.
Collaborazione Regione-Ordine per un protocollo operativo
La proposta ha già ricevuto il sostegno del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, che si è impegnato a inserire un emendamento in una legge regionale per rendere il QR Code obbligatorio “a partire dalla fine dell’estate”. Successivamente, verrà siglato un protocollo d’intesa tra la Regione e l’Ordine dei Medici per definire controlli, responsabilità e aggiornamenti continui delle informazioni digitali.
Privacy, tempi disciplinari e diritto all’informazione
Oggi l’Ordine non può intervenire fino alla sentenza definitiva di un procedimento penale, con tempi disciplinari che si estendono per anni a causa dei ricorsi. “La privacy impedisce di rendere note subito le decisioni sanzionatorie,” sottolinea Magi, “ma vorremmo chiedere alle istituzioni: cosa pesa di più, il segreto professionale o la tutela della collettività?” Accelerare le procedure e rendere accessibili le decisioni, conclude il presidente, è fondamentale per rafforzare la sicurezza delle cure e il diritto all’informazione dei pazienti.