Ultimo aggiornamento il 15 Luglio 2024 by Luisa Pizzardi
Con l’avanzare dei trend globali nel settore dei viaggi, emerge un interessante dibattito intorno alla trasformazione delle esperienze di viaggio attraverso i cosiddetti “non-luoghi”. Questi luoghi, definiti da Marc Augé come anonimi e privi di identità, stanno guadagnando sempre più rilevanza nel panorama turistico internazionale.
IL CASO DI FUJIKAWAGUCHIKO E IL MONT FUJI
Recentemente, le autorità di Fujikawaguchiko, in Giappone, hanno preso una decisione radicale per contrastare l’over-tourism: costruire una barriera per bloccare la vista del monte Fuji da un supermercato. Questo intervento drastico evidenzia i rischi legati all’eccessivo afflusso turistico che minaccia l’identità dei luoghi e dei territori.
OVERTOURISM E IDENTITÀ DEI LUOGHI
L’aumento dei flussi turistici standardizzati, proposti da agenzie o influencer sui social media, pone in discussione l’autenticità dei luoghi visitati. Ci si trova spesso tutti nello stesso posto, alla ricerca della foto perfetta, mettendo a rischio la genuinità e la sorpresa che dovrebbero caratterizzare un viaggio significativo.
GLI AEROPORTI COME NON-LUOGHI EMOTIVI
Gli aeroporti, spesso visti come luoghi stressanti e poco accoglienti, stanno riuscendo a trasformarsi in spazi coinvolgenti e ricchi di esperienze umane. Attraverso iniziative di rebranding come quella di Aeroporti di Roma, si cerca di offrire ai viaggiatori un’esperienza più empatica e coinvolgente oltre al semplice transito.
EMOZIONI IN VOLO: I CASI DI LUFTHANSA E BRITISH AIRWAYS
Compagnie aeree come Lufthansa e British Airways stanno puntando sull’instaurare una connessione emotiva con i passeggeri attraverso campagne pubblicitarie che mettono al centro le storie umane e le emozioni legate al viaggio. Questo approccio mira a trasformare gli spazi di transito, come gli aeroporti, in luoghi capaci di creare legami e momenti memorabili.
RACCONTARE IL VIAGGIO ATTRAVERSO I NON-LUOGHI
L’evoluzione della narrativa del viaggio passa attraverso la rivalutazione dei non-luoghi come spazi in grado di suscitare emozioni e connessioni autentiche con il viaggiatore. Questo cambiamento di prospettiva porta alla valorizzazione di luoghi anonimi che, grazie a un’identità costruita e a un’offerta esperienziale, diventano tappe fondamentali dei percorsi di viaggio.
L’EMOZIONE DEGLI SCENARI NEI NON-LUOGHI
La mancanza di riferimenti e identità definita dei non-luoghi consente ai viaggiatori di vivere esperienze autentiche e inaspettate. Questi spazi, liberati dagli schemi convenzionali, permettono di esplorare nuove emozioni e sensazioni, arricchendo il viaggio di significati profondi e intime connessioni con l’ambiente circostante.
IL FASCINO DEGLI AEROPORTI E LE CONNESSIONI EMOTIVE
Il 72% dei passeggeri dichiara di provare emozioni intense negli aeroporti, evidenziando il potenziale di questi non-luoghi nel suscitare sensazioni di eccitazione e coinvolgimento. Talvolta, questi contesti emotivi possono persino dare vita a legami significativi e relazioni profonde, trasformando un semplice transito in un momento indelebile di vita.