Ultimo aggiornamento il 10 Settembre 2024 by Luisa Pizzardi
La notizia della scomparsa di Clio Napolitano ha scosso l’opinione pubblica italiana. L’ex first lady, moglie dell’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, è venuta a mancare a Roma dopo una lunga malattia. Con la sua morte, il Paese perde una figura di spicco che ha accompagnato la vita pubblica italiana attraverso i decenni. A novembre avrebbe compiuto 90 anni. La sua vita è stata segnata da importanti traguardi professionali e privati, in parallelo alla carriera del marito, che è deceduto lo scorso 22 settembre 2023 all’età di 98 anni.
Vita e formazione di Clio Napolitano
Clio Maria Bottoni, il suo nome da nubile, nacque a Chiaravalle, in provincia di Ancona. Dopo aver conseguito il diploma di maturità presso il liceo classico di Jesi, si iscrisse all’Università degli Studi di Napoli Federico II, dove si laureò in Giurisprudenza. Durante gli anni universitari, Clio ebbe modo di conoscere Giorgio Napolitano, che in seguito sarebbe diventato un importante esponente del panorama politico italiano.
La professione legale di Clio Napolitano si sviluppò parallelamente all’ascesa politica del marito. Inizialmente, lavorò in uno studio legale mentre Giorgio avviava la sua carriera nel Partito Comunista Italiano. Fu nel 1959 che la coppia ufficializzò la propria unione con un matrimonio civile al Campidoglio di Roma, seguendo la tradizione dei funzionari comunisti. Da questa unione nacquero due figli: Giovanni nel 1961 e Giulio nel 1969.
Clio si specializzò in Diritto del Lavoro, divenendo un riferimento per i diritti dei braccianti e contribuendo attivamente all’applicazione della legge sull’equo canone in agricoltura. Fino al 1992, ricoprì un ruolo nell’ufficio legislativo della Lega delle Cooperative, esperienza che decise di interrompere quando il marito assunse la presidenza della Camera, percependo l’inopportunità di mantenere il suo incarico in un contesto così istituzionale.
Clio Napolitano e il suo ruolo da first lady
L’elezione di Giorgio Napolitano al Quirinale nel 2006 segnò un’ulteriore fase della vita di Clio, che assunse il ruolo di first lady con grazia e stile. In questo contesto, partecipò a eventi ufficiali, accompagnando il marito in ciascun viaggio di Stato. Clio si distinse per la sua personalità vivace e il suo approccio autentico, non sempre in linea con i rigorosi protocolli del Palazzo.
Uno degli episodi più memorabili della sua vita pubblica avvenne nel settembre 2012, quando, durante una visita a una mostra d’arte dedicata a Vermeer, Clio si mise in fila come una semplice cittadina per acquistare un biglietto, dimostrando un atteggiamento di umiltà e vicinanza al popolo. Questo gesto parlò chiaro su come si considerasse, non solo come una figura pubblica, ma come una donna legata alle tradizioni di una comunità.
Nel marzo del 2014, durante la Giornata in ricordo delle vittime della violenza, Clio Napolitano partecipò personalmente a una cerimonia in piazza del Quirinale, dove depose un mazzo di fiori alla fontana dei Dioscuri. L’evento fu caratterizzato da un’illuminazione rossa della piazza, sulla quale furono proiettati i nomi delle vittime di violenza, a testimoniare un forte impegno per la giustizia e la memoria storica.
Un’eredità di stile e dignità
Clio Napolitano non è riuscita a evitare l’ombra della malattia, ma ha affrontato la vita con la dignità e la forza che l’hanno sempre contraddistinta. Sorprendentemente, ha saputo rimanere una figura importante nel panorama sociale e culturale italiano anche dopo il ritiro del marito. La sua presenza ai molteplici eventi mondani e alle sfilate di stilisti di fama mondiale conferì un tocco di eleganza alla sua figura, consolidando l’immagine di un’italiana che sapeva coniugare la sua vita personale con l’alto profilo della sua pubblica persona.
Vale la pena notare come la figura di Clio Napolitano continui a suscitare un forte affetto nella memoria collettiva. La sua dedizione alla famiglia, alla professione e alla vita pubblica ha lasciato un segno indelebile nel cuore degli italiani. In un momento così delicato, in cui il Paese piange la sua scomparsa, l’eredità lasciata rimarrà un faro di stile e dignità per le future generazioni, mantenendo viva la memoria di una donna straordinaria, capace di affrontare anche le sfide più ardue con grazia e determinazione.