Ultimo aggiornamento il 17 Giugno 2024 by Francesca Monti
Un ennesimo naufragio nel Mediterraneo si è trasformato in una tragedia per decine di migranti, tra cui numerosi bambini e intere famiglie provenienti dall’Afghanistan. Le vittime stavano cercando di raggiungere le coste italiane in cerca di una vita migliore, ma il loro viaggio si è concluso in modo drammatico.
Le testimonianze dei sopravvissuti: viaggio disperato senza salvagente
La scena straziante al loro arrivo a Roccella Ionica
Il naufragio è avvenuto nelle acque dello Jonio, dove una barca carica di migranti ha iniziato ad imbarcare acqua, mettendo in pericolo la vita di tutti i passeggeri a bordo. A raccontare la drammatica vicenda è Shakilla Mohammadi, mediatrice interculturale di Medici senza frontiere, presente a Roccella Ionica, dove sono sbarcati i sopravvissuti.
Secondo le testimonianze raccolte dalla Mohammadi, la barca era partita dalla Turchia otto giorni prima del naufragio e da tre o quattro giorni stava imbarcando acqua. passeggeri, tra cui molti bambini, anche di pochi mesi, non avevano salvagente e hanno dovuto affrontare ore di terrore in mare aperto, senza alcun aiuto.
“La scena era straziante”, racconta la Mohammadi. “Davanti a noi c’erano persone traumatizzate, il dolore si toccava con mano. Abbiamo parlato con un ragazzo che ha perso la sua fidanzata durante il naufragio”.
Il bilancio delle vittime: almeno 66 persone disperse, tra cui 26 bambini
La comunità internazionale chiamata a fare di più per prevenire queste tragedie
Il bilancio delle vittime del naufragio è ancora provvisorio, ma le stime parlano di almeno 66 persone disperse, tra cui almeno 26 bambini. Una cifra che potrebbe aumentare nei prossimi giorni, man mano che emergeranno nuovi dettagli sulla tragedia.
La comunità internazionale è chiamata a fare di più per prevenire queste tragedie, che si ripetono con allarmante regolarità nel Mediterraneo. ‘Unione Europea ha lanciato diverse missioni di soccorso in mare, ma spesso queste non sono sufficienti per far fronte all’enorme flusso di migranti che cercano di raggiungere le coste europee.
Le organizzazioni umanitarie, come Medici senza frontiere, chiedono da tempo l’apertura di canali sicuri e legali per l’ingresso dei migranti in Europa, in modo da evitare che siano costretti a mettere la loro vita in pericolo in viaggi disperati come quello avvenuto nello Jonio.
La tragedia del naufragio nello Jonio è l’ennesima dimostrazione dell’urgenza di una risposta internazionale alla crisi migratoria, che non può essere risolta con la sola chiusura delle frontiere o con il respingimento dei migranti verso paesi terzi. È necessario un impegno congiunto per garantire la sicurezza e la dignità di tutti i migranti, indipendentemente dalla loro provenienza e dalle loro motivazioni per lasciare il loro paese. Solo in questo modo si potranno evitare altre tragedie come quella avvenuta nello Jonio.