Ultimo aggiornamento il 11 Maggio 2024 by Francesca Monti
La Procura della Repubblica di Castrovillari ha richiesto il rinvio a giudizio per due persone in relazione alla morte di Denise Galatà, la studentessa diciannovenne deceduta il 30 maggio 2023 dopo essere caduta in acqua durante un’escursione di rafting sul fiume Lao, a Laino Borgo . In questo articolo, esploreremo i dettagli della tragedia, le accuse rivolte ai due indagati e il contesto in cui si è verificato l’incidente.
La tragedia sul fiume Lao: cosa è successo il 30 maggio 2023
‘escursione di rafting e la scomparsa di Denise Galatà
Il 30 maggio 2023, Denise Galatà, una studentessa diciannovenne dell’Istituto “Rechichi” di Polistena , stava partecipando a un’escursione di rafting sul fiume Lao, a Laino Borgo . Tuttavia, durante l’attività, la ragazza è caduta in acqua e non è più riemersa. Gli altri partecipanti all’escursione stavano rientrando, ma Denise mancava all’appello.
Il ritrovamento del corpo e l’apertura dell’inchiesta
Il giorno successivo, il corpo senza vita di Denise Galatà è stato recuperato. La causa della morte è stata determinata come annegamento. A seguito della tragedia, è stata aperta un’inchiesta che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di 10 persone, tra cui il sindaco di Laino Borgo, Mariangelina Russo, e al sequestro della struttura di rafting nonché di tutti i gommoni e le attrezzature utilizzate durante l’escursione.
Le accuse e il contesto: cosa ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio
Le accuse rivolte a Giuseppe Cosenza e Giampiero Bellavita
La Procura della Repubblica di Castrovillari ha richiesto il rinvio a giudizio per due persone in relazione alla morte di Denise Galatà: Giuseppe Cosenza, presidente del consiglio direttivo della società di rafting, e Giampiero Bellavita, l’istruttore che conduceva il gommone sul quale sedeva Denise. Ad entrambi è contestato il reato di omicidio colposo.
Il mancato rispetto dell’ordinanza comunale e le qualifiche insufficienti
Secondo la Procura di Castrovillari, Giuseppe Cosenza non avrebbe ottemperato al divieto di introdursi nel fiume Lao previsto da un’apposita ordinanza comunale emessa in attivazione dello stato di allerta meteo. Inoltre, avrebbe consentito la discesa sul fiume che, nel preciso caso, veniva eseguita da accompagnatori non in possesso delle necessarie qualifiche richieste per il grado di difficoltà del corso d’acqua.
Per quanto riguarda Giampiero Bellavita, la guida sarebbe stata in possesso di una qualifica federale insufficiente per la navigazione del fiume Lao, considerato il ° grado di difficoltà con passaggi di ° grado. Inoltre, avrebbe composto l’equipaggiamento del gommone condotto in modo inadeguato rispetto alle contingenti condizioni, consentendo la presenza di sole ragazze che, ancorché inesperte ed esili, cadevano più volte durante la discesa prima dell’evento fatale per Denise. La guida, inoltre, avrebbe trascurato e sottovalutato le criticità non interrompendo la navigazione ed affrontando il tratto critico del Lao, nel quale la ragazza cadeva nel fiume senza più risalire.
‘udienza preliminare e i prossimi passi
‘udienza preliminare si svolgerà davanti al Gip di Castrovillari, che è competente per territorio. Durante l’udienza, il Gip esaminerà le prove raccolte dalla Procura e deciderà se mandare a processo i due indagati o archiviare il caso. Se i due indagati dovessero essere rinviati a giudizio, si aprirà un nuovo capitolo nella ricerca della giustizia per Denise Galatà e la sua famiglia.
In questo articolo, abbiamo esplorato i dettagli della tragedia sul fiume Lao, le accuse rivolte ai due indagati e il contesto in cui si è verificato l’incidente. La morte di Denise Galatà ha scosso la comunità e ha portato all’apertura di un’inchiesta che potrebbe avere importanti conseguenze per la sicurezza delle attività di rafting in Italia.