Ultimo aggiornamento il 28 Agosto 2024 by Luisa Pizzardi
Leonard Riggio, icona del settore editoriale e fondatore della celebre catena di librerie Barnes and Noble, è deceduto all’età di 83 anni dopo una lunga battaglia contro l’Alzheimer. La sua vita e il suo contributo hanno segnato un’epoca nell’industria editoriale, soprattutto negli anni ’70, e la sua eredità continua a influenzare il panorama delle librerie negli Stati Uniti.
Le origini di Leonard Riggio
Crescere a Little Italy
Leonard Riggio nacque a New York, precisamente a Little Italy, da una madre sarta e un padre tassista noto per aver sconfitto due volte il famoso pugile Rocky Graziano. Sin da piccolo, Riggio manifestò una forte passione per la cultura e la letteratura, elementi che sarebbero stati fondamentali nel suo percorso imprenditoriale. Crescendo a Brooklyn, sviluppò un forte legame con il mondo dei libri, che all’epoca erano già un elemento cardine della vita quotidiana.
Il primo passo nel mondo delle librerie
Riggio iniziò la sua carriera nel settore editoriale lavorando in una libreria di piccole dimensioni, dove acquisì esperienza direttamente sul campo. Nel 1965, fondò la Student Book Exchange, una libreria concepita per competere con quella della New York University. Questa iniziativa rappresentò già un primo passo significativo nel mondo delle librerie e preluse al suo grande progetto.
Nel 1971, Riggio fece il grande salto: con un prestito di un milione di dollari, acquistò il marchio Barnes and Noble e una libreria su Fifth Avenue. Questa operazione segnò l’inizio della creazione di un impero che, fino all’avvento di Amazon, avrebbe rivoluzionato il mercato librario americano. Durante gli anni ’90, Barnes and Noble sarebbe diventata la catena di librerie più importante degli Stati Uniti, con un impatto significativo sulle vendite di libri.
Un innovatore nel settore delle librerie
Costruzione di un impero editoriale
Grazie alla visione di Riggio, Barnes and Noble non si limitò a vendere libri, ma creò un ambiente accogliente dove le persone potevano trascorrere tempo di qualità. La catena diventò rinomata per l’atmosfera confortevole delle sue librerie, complete di poltrone, divani e caffè. Riggio aveva un’idea chiara: i negozi dovevano offrire un’esperienza di lettura e socializzazione, piuttosto che intimidire i clienti con una selezione elitista di libri.
Durante gli anni ’90, Barnes and Noble occupava un ruolo predominante, vendendo un libro su otto negli Stati Uniti. Gli editori avrebbero pagato somme considerevoli per vedere i loro libri esposti in posizioni di rilievo nei negozi. Tuttavia, nonostante il suo successo, Riggio dovette affrontare le critiche da parte di piccoli librai indipendenti che faticavano a competere con le offerte e le vendite della grande catena.
L’impatto della concorrenza e dell’evoluzione digitale
Negli anni 2000, l’ascesa di Amazon e la digitalizzazione del mercato editoriale causarono a Riggio e alla sua azienda sfide inaspettate. Nonostante il suo impegno per l’innovazione, Barnes and Noble cominciò a vedere un calo delle vendite. Riggio rimase alla guida dell’azienda fino al 2019, quando la catena fu acquistata da Elliott Advisors per 475 milioni di dollari.
Durante il suo mandato, Riggio sostenne sempre l’importanza di mantenere viva la cultura dell’innovazione, sottolineando come le librerie dovessero essere un luogo di incontro e scambio culturale. Anche quando i tempi erano difficili, la sua dedizione alla lettura e alla promozione del libro come formato fisico rimase intatta, e il suo impatto si sentiva ancora in tutto il settore.
Un appassionato collezionista d’arte
Un amore per l’arte che andava oltre i libri
Oltre alla sua carriera nelle librerie, Riggio si distinse anche come un appassionato collezionista d’arte. Le sue collezioni private includevano opere di celebri artisti contemporanei come Richard Serra, Isamu Noguchi, Willem de Kooning e Niki de Saint Phalle. Le sue opere d’arte erano disposte tra il suo appartamento di Park Avenue e una villa a Bridgehampton, a testimonianza della sua passione per la creatività e l’estetica.
Il contributo al museo Dia: Beacon
Uno dei suoi progetti più significativi nel campo artistico fu il finanziamento del museo Dia: Beacon nel 2003. Riggio fornì un’iniezione di fondi da 30 milioni di dollari per trasformare un ex stabilimento di biscotti nella valle dell’Hudson in un centro dedicato all’arte minimalista. Questo progetto non solo arricchì l’offerta culturale della regione, ma consolidò il legame tra il mondo dell’arte e la cultura del libro, che Riggio aveva sempre sostenuto con passione.
Con la scomparsa di Leonard Riggio, l’industria editoriale e il mondo dell’arte perdono un importante pioniere che ha saputo unire passioni, visioni e innovazioni, lasciando un’eredità duratura nel panorama culturale americano.