Ultimo aggiornamento il 5 Settembre 2024 by Giordana Bellante
Nel cuore di Giacarta, il Papa ha partecipato a un significativo incontro interreligioso insieme al grande imam della moschea Istiqlal, nasaruddin umar, e ad altri leader spirituali. In questa occasione storica, è stata firmata una Dichiarazione congiunta che punta a promuovere l’armonia religiosa e il rispetto tra le diverse confessioni. Bergoglio ha colto l’opportunità per lanciare un potente messaggio contro l’integralismo e la violenza, invitando i partecipanti a coltivare una società pacifica e fraterna.
Un incontro interreligioso significativo
Il contesto dell’evento a Giacarta
Il 9 settembre, poco dopo le 9:00 locali, Papa Francesco ha fatto tappa presso il “Tunnel dell’amicizia”, un passaggio che collega la moschea Istiqlal alla Cattedrale di Giacarta, simbolo dell’intesa interreligiosa. In questo ambito suggestivo e ricco di significato allegorico, il Papa ha dedicato alcune parole ai presenti prima della firma della Dichiarazione congiunta. La cerimonia ha rappresentato un passo importante verso la costruzione di legami più forti tra le fedi diverse in un mondo sempre più segnato da conflitti.
L’incontro ha visto la partecipazione di vari leader religiosi, uniti nel loro intento di trovare un linguaggio comune per affrontare le sfide contemporanee che minacciano la coesistenza pacifica. La Dichiarazione, forte della volontà di contrastare qualsiasi forma di intolleranza, si pone come un faro per chi cerca un cammino di pace tra le diverse confessioni.
La firma della Dichiarazione congiunta
La Dichiarazione congiunta sottolinea l’impegno dei leader religiosi nel promuovere valori di rispetto e armonia. “L’esperienza religiosa deve essere punto di riferimento di una società fraterna e pacifica”, ha affermato Bergoglio, insistendo sul fatto che la fede non sia mai strumento di divisione o conflitto. La formalizzazione del documento ha rappresentato un atto simbolico di unità e speranza, non solo per l’Indonesia, ma per tutta l’umanità.
Nel suo discorso, Bergoglio ha fatto riferimento all’importanza di rimanere immuni dal richiamo dell’integralismo, esortando tutti a cercare una vita che valorizzi la libertà e la fraternità. Con il contributo di leader come nasaruddin umar, l’incontro è divenuto un importante punto di riferimento per la pace nel panorama interreligioso.
La religione come strumento di dignità e dialogo
La strumentalizzazione della fede
Durante la conferenza, Papa Francesco e gli altri leader hanno preso posizione riguardo all’abuso della religione come strumento di conflitto. Nelle parole del Pontefice, questo fenomeno globale di disumanizzazione è accentuato da un utilizzo distorto delle credenze religiose, spesso a scapito delle categorie più vulnerabili della società, come donne, bambini e anziani. Hanno lamentato un numero allarmante di vittime e una crescente sofferenza dovuta ai conflitti, esprimendo preoccupazione per quanto accade nel mondo odierno.
Nel primo punto della Dichiarazione, i leader religiosi ribadiscono il ruolo fondamentale che la religione dovrebbe avere nel promuovere la dignità umana. Essi fanno appello a tutti affinché si avvicinino l’uno all’altro con spirito di dialogo e comprensione, non aizzati dal fanatismo o dall’odio. La Dichiarazione invita a riscoprire il vero valore della spiritualità, quale promozione della pace e non della guerra.
Un richiamo all’unità tra le fedi
Papa Francesco ha messo in evidenza che tutte le religioni hanno radici comuni, basate sulla ricerca dell’incontro con l’Altissimo. Nel suo discorso illuminante, ha sottolineato che “guardando in profondità”, oltre le differenze superficiali, le persone possono trovare un’unione di intenti verso Dio. Quest’approccio cerca di ispirare non solo la tolleranza, ma anche una vera e propria solidarietà tra diverse tradizioni religiose.
La figura del “Tunnel dell’amicizia” rappresenta perfettamente questa idea di connessione. Sotto la superficie, dove si incrociano le strade delle diverse fedi, c’è un potenziale umano condiviso che deve essere alimentato. Gli aspetti esterni delle religioni, sebbene importanti, devono cedere il passo a una comprensione più profonda che celebra l’unità nella diversità.
La firma della Dichiarazione a Giacarta è quindi un segno di speranza e una chiamata all’azione. Essa stimola i leader religiosi e i fedeli a riscoprire il potere della loro fede per costruire un mondo migliore, dove la pace e l’amore possano prevalere sulle divisioni.