Ultimo aggiornamento il 14 Settembre 2024 by Redazione
Un evento commovente ha avuto luogo a Viareggio, in provincia di Lucca, dove circa 500 persone hanno sfilato in un corteo silenzioso per rendere omaggio a Nourdine Naziki, un uomo marocchino di 52 anni, ucciso tragicamente l’8 settembre scorso. Naziki, noto anche con l’alias di Said Malkoun, è rimasto coinvolto in un incidente mortale mentre cercava di rapinare la borsa di Cinzia Dal Pino, 65 anni. La manifestazione è stata organizzata dal Forum della Pace ed è partita dal Comune, guidata da don Luigi Sonnenfeld, sacerdote della chiesetta dei Pescatori, vicina al luogo dell’incidente.
Il corteo e la richiesta di giustizia
La manifestazione e i partecipanti
Il corteo, che ha percorso via Coppino, ha visto la partecipazione di diverse comunità locali, tra cui rappresentanti della comunità marocchina a Viareggio. Durante la sfilata, è stata esposta una bandiera con la scritta “Giustizia per Nouri“, a simboleggiare il desiderio di ottenere una risposta giuridica per la vittima. Accanto a loro erano presenti esponenti di sindacati e associazioni come Cgil, Legambiente, Arci, Anpi, Casa delle Donne, Croce Verde, Cantiere Sociale e Uovo di Colombo, tutti uniti nel sostenere la causa di Nourdine.
L’invito alla partecipazione era chiaro: si voleva evitare l’uso di slogan o cartelli provocatori, mantenendo un tono di rispetto e riflessione. Malgrado la richiesta di avere il gonfalone della Città presente alla cerimonia, il simbolo non era visibile, sottolineando un certo distacco istituzionale. Molti dei partecipanti hanno portato un fiore, riponendolo con devozione in corrispondenza del punto dell’incidente.
Richieste della comunità marocchina
Durante il corteo, i membri della comunità marocchina hanno espresso la loro indignazione per la situazione della famiglia di Nourdine, chiedendo che il consolato permetta alle sorelle del defunto di ricevere il visto per raggiungere l’Italia e organizzare il rimpatrio della salma. Le parole di don Luigi Sonnenfeld hanno colpito i presenti, evidenziando un contrasto sociale palpabile tra chi vive in povertà e chi invece possiede enorme ricchezza. Don Luigi ha dichiarato che “nella Versilia ci sono persone che non hanno nemmeno un riparo, mentre a pochi passi ci sono yacht di lusso e cantieri navali“, un chiaro richiamo alle disuguaglianze che caratterizzano la società contemporanea.
Riflessioni sui motivi e sulle conseguenze
L’emozione dei partecipanti
Tra i partecipanti, molte testimonianze sono emerse, come quella di Catia, un’amica di Nourdine, che ha condiviso ricordi toccanti riguardo al suo amico. Catia ha espresso il suo rammarico nel non aver visto Nourdine per due mesi e ha rivelato come lo avesse accompagnato alla Misericordia per cure dentistiche. La sua testimonianza ha messo in luce la difficoltà e la precarietà della vita che Nourdine viveva, descrivendolo come una persona che spesso dormiva all’aperto e non aveva una casa.
Dubbi sulla detenzione di Cinzia Dal Pino
Un altro partecipante, anch’esso marocchino, ha manifestato incredulità riguardo alla situazione legale di Cinzia Dal Pino, attualmente agli arresti domiciliari. Le sue parole “non capisco perché non sia in carcere” hanno riecheggiato forte tra i presenti, evidenziando un senso di insoddisfazione nei confronti della giustizia. Nonostante il grande seguito dei media presenti, i partecipanti al corteo hanno avvertito un silenzio ingiusto intorno alla loro richiesta di giustizia. La manifestazione, quindi, si è trasformata anche in un appello collettivo, non solo per Nourdine, ma per tutti coloro che vivono ai margini della società.
Il corteo ha fornito un’importante finestra sulla complessità della condizione umana, evidenziando l’urgenza di riflessioni più profonde sul tema dell’inclusione sociale e sulla giustizia per le vittime di situazioni tragiche.