Ultimo aggiornamento il 24 Maggio 2024 by Luisa Pizzardi
Il prossimo 26 maggio, Mike Bongiorno avrebbe compiuto 100 anni. In occasione di questo importante traguardo, i suoi tre figli, Michele, Nicolò e Leonardo, nati dal matrimonio con Daniela Zuccoli, hanno deciso di ricordare il padre in un’intervista al quotidiano “La Repubblica”. Nonostante la fama e il successo del padre, i tre fratelli hanno sempre vissuto una vita normale, lontana dai riflettori. Oggi, ognuno di loro è affermato nel proprio settore: Michele, il primogenito di 51 anni, è un produttore di documentari; Nicolò, 48 anni, è regista, sceneggiatore, produttore e presidente della fondazione Bongiorno; Leonardo, il più giovane, si occupa di finanza dopo essersi laureato alla Bocconi.
La famiglia Bongiorno e l’eredità del padre
“Ci sentiamo parte di tante famiglie, ci trattano come parenti”
Michele, Nicolò e Leonardo Bongiorno ricordano il padre con orgoglio e commozione. Spesso, le persone li riconoscono per strada e li identificano come i figli di Mike. “Allora dico con orgoglio: ‘Sono parente stretto, il figlio più vecchio’ – confida Michele – E allora partono gli aneddoti su come lo ricordano, sia le persone giovani che quelle anziane. Ognuno ha il suo Mike Bongiorno: c’è chi lo ricorda per il lavoro, chi lo ha incontrato in ambiti sportivi, come tifoso juventino, chi ricorda le sue gaffe”. Anche Nicolò e Leonardo confermano questa sensazione di essere parte di tante famiglie: “Ci confidano ricordi personali, privati… In effetti ci trattano come parenti, è strano” dice Nicolò, mentre Leonardo aggiunge: “La gente che ci ferma associa momenti della propria vita, la nonna con cui guardavano la trasmissione…Papà era come un metronomo, ha scandito il tempo nel privato, nella crescita del Paese. Era una figura che dava tranquillità“.
figli di Mike Bongiorno e la scelta di non seguire le orme del padre
“Io e mio fratello siamo entrati nel mondo dello spettacolo ma in settori di nicchia”
Nonostante il successo del padre nella televisione italiana, nessuno dei tre figli ha deciso di seguire le sue orme. “Credo molto nella professionalità” – spiega Michele – *non credo in una dinastia o che si debba seguire la strada di un genitore. Bisogna prepararsi. Papà ha fatto questo mestiere di istinto, senza fare le scuole, ma era un altro mondo. Lui è stato un grandissimo professionista, ma ci vogliono le occasioni insieme alla fortuna e all’impegno. Il 900 è stato un secolo di grandi opportunità, dovevi saperle cogliere e meritare“. Anche Nicolò e Leonardo hanno scelto strade diverse da quella del padre, pur restando nel mondo dello spettacolo: “Ho studiato cinema, recitazione tante cose, ma di fatto nessuno mi ha mai proposto e io neanche sono andato a cercarlo” – racconta Nicolò – *Saremmo ridicoli poi magari no, non lo so. Sia io che Michele siamo entrati nel mondo dello spettacolo, ma in settori di nicchia, valorizzando la nostra identità. Leonardo, invece, ha scelto la finanza: “Lui mi ha fatto comparire, con amore, in qualche sua trasmissione – ricorda – Abbiamo girato insieme qualche pubblicità, sono stato al suo fianco in qualche gioco. ’ho fatto per lui, non era quello che volevo fare, preferisco il mio settore, la finanza. Mi costruisco la mia realtà da solo“.
Mike Bongiorno: un padre severo ma amorevole
“Si arrabbiava se arrivavo tardi, poi gli passava e faceva una delle sue battute”
Mike Bongiorno è stato un padre severo, soprattutto con i due figli maggiori. Leonardo, il più giovane, è nato quando il padre era già avanti con l’età e ha avuto un rapporto diverso con lui. “Lo vedevamo poco, con me e Nicolò è stato anche autoritario” – racconta Michele – *Oggi che sono padre lo ringrazio di questa severità, ci ha formato, non era misurato in una dolcezza casalinga. Anche Nicolò conferma la severità del padre: “Era severo, teneva molto all’educazione”. Leonardo, invece, ricorda il padre come una figura più dolce e protettiva: “Con me era diverso, aveva scoperto come cambiare i pannolini. Viveva con ansia le mie uscite e andava a letto solo quando rincasavo. Fumava il sigaro e si metteva in cucina per guardare le telecamere di sicurezza per controllare” – ricorda – *Si arrabbiava se arrivavo tardi, poi gli passava, si scioglieva e faceva una delle sue battute“.
‘eredità morale di Mike Bongiorno
“Porto avanti la sua eredità morale: voglio che sia fiero di me”
tre figli di Mike Bongiorno sentono di dover portare avanti l’eredità morale del padre. “Non so cosa voglia dire essere figlio di qualcun altro” – dice Michele – *Ognuno di noi ha la propria vita e la propria identità, ma cerchiamo tutti, come famiglia, di portare avanti i suoi valori e un certo stile. E anche adesso, con la Fondazione, di fare beneficenza e offrire borse di studio. Curiamo le cose a cui avrebbe tenuto. Lo vedo anche nel rapporto con le mie figlie, il papà è comunque il papà. Un padre amorevole e perbene spera sempre di essere l’idolo dei figli, a prescindere dalla professione” . Anche Nicolò e Leonardo sentono la responsabilità di portare avanti l’eredità morale del padre: “Oltre alla responsabilità verso il resto del mondo sento quella di portare avanti la sua eredità morale: voglio che sia fiero di me”, sentenzia Leonardo.
Mike Bongiorno e la passione per lo sport
“Per lui era importante essere giovani, era un uomo di spettacolo che si guardava allo specchio”
Nonostante l’età, Mike Bongiorno non aveva perso la passione per lo sport. “Viveva la vita appieno, non ha mai smesso di fare sport” – racconta Michele – *Con noi faceva trasparire il lato vero, umano, anche le debolezze, senza fare il fenomeno. Diceva: ‘Faccio più fatica, mi sento più stanco’. La maggioranza delle persone alla sua età stava sul divano con la copertina, lui mi confidava di essere un po’ stanco dopo una sciata. ‘A una certa età hai paura delle malattie, io sono contento di stare così’. Quanto è stato bravo da andare via da un giorno all’altro, le malattie le aveva schivate. Anche Nicolò e Leonardo ricordano il padre come una persona attenta alla forma fisica e alla salute: “Ci teneva molto a stare in forma, era sano” – ricorda Nicolò – *Secondo me non si è mai visto anziano o nonno. Scherzava sulla longevità: ‘Mi ha detto il mio medico che dimostro 20 anni di meno’. Stressava tutti con questa cosa. Per lui era importante essere giovani, era un uomo di spettacolo che si guardava allo specchio”. Leonardo, infine, ricorda il padre come una persona sempre piena di progetti e di idee: “Era pieno di programmi: doveva rifare Rischiatutto su Sky, aveva nuove idee. Ma non dimenticherò mai quando, in uno degli ultimi viaggi con lui, uscendo dalla piscina, tremava un po’ e si è appoggiato al mio braccio. Venti giorni dopo è mancato“.
Gli insegnamenti di Mike Bongiorno
“Era il primo ad arrivare in studio e l’ultimo a spegnere la luce”
tre figli di Mike Bongiorno ricordano con gratitudine gli insegnamenti ricevuti dal padre. “Ci ha trasmesso tante cose” – rivela Michele – *Siamo internazionali, era un uomo coraggioso e noi lo stiamo stati, abbiamo avuto anche momenti difficili. Come lui siamo disponibili all’incontro con gli altri – gli fa eco Nicolò – Siamo un po’ di tutti e di nessuno, è l’identità dell’essere italo-americani. Lui era il cittadino più famoso ma anche un orfano. “Era sempre positivo” – ricorda Leonardo – *il suo simbolo era il sole che sorride: me lo sono tatuato. Tutti e tre sentono di dover dire grazie al padre per qualcosa. A cominciare è Michele: “Sembra banale, per prima cosa di averci dato la vita, di essere stato un esempio, di averci lasciato tanti ricordi. Quasi tutti i giorni accendo la tv e qualcuno lo cita, è sempre tirato in mezzo, anche prendendolo in giro, non si deve piacere a tutti. Ma parlandone, tengono viva la memoria”. “Per averci trasmesso questa apertura mentale, la fecondità dei rapporti. E per la potenzialità enorme nell’essere noi stessi”, dice Nicolò. “Per la cultura del lavoro: era il primo ad arrivare in studio e l’ultimo a spegnere la luce”, chiosa Leonardo.