Ultimo aggiornamento il 10 Settembre 2024 by Giordana Bellante
Renato Vallanzasca, noto ex boss della banda della Comasina, si trova attualmente in un momento critico per quanto riguarda la sua salute e la sua detenzione. La difesa del 74enne ha presentato una richiesta di trasferimento in una struttura di cura in Veneto, citando le sue “gravi condizioni di salute”. Questa richiesta sarà discussa oggi in udienza presso il Tribunale di Sorveglianza di Milano, dove si dovrà decidere sul futuro di un personaggio emblematico della criminalità milanese degli anni ’70 e ’80.
La salute di Vallanzasca: relazioni mediche e richieste legali
Una situazione preoccupante
La recente relazione medica redatta presso il carcere di Bollate offre un quadro inquietante della salute di Vallanzasca. Descritto come “disorientato nel tempo e parzialmente nello spazio” e caratterizzato da “comportamenti inadeguati”, il detenuto ha anche mostrato scarsa propensione alla collaborazione. La difesa, rappresentata dagli avvocati Corrado Limentani e Paolo Muzzi, ha sottolineato questi dettagli per sostenere la richiesta di detenzione domiciliare in considerazione del grave stato di salute del loro assistito.
Laura Fabiola, una delle medici del carcere, precisa come l’ambiente carcerario attuale non possa offrire le cure adeguate per il decadimento mentale di Vallanzasca. In particolare, è stato evidenziato come vi sia una carenza di stimoli cognitivi e di cure necessarie per affrontare patologie come l’Alzheimer e la demenza, di cui il detenuto soffre. I legali hanno già individuato una struttura assistenziale in Veneto, che ha confermato la disponibilità ad accoglierlo.
Il parere della procura e decisioni in arrivo
Il parere della Procura generale e quello della Procura di Milano saranno cruciali nella decisione del Tribunale di Sorveglianza. Entrambi gli organi dovranno esprimersi sulla richiesta di differimento pena per “grave infermità”. La decisione finale sarà in mano ai giudici togati Carmen D’Elia e Benedetta Rossi, che si pronunceranno nei prossimi giorni.
Il contesto legale: la lunga carriera criminale di Vallanzasca
Un passato criminale di rilevante impatto
Renato Vallanzasca è stato un simbolo della mala milanese, attivo per oltre cinque decenni. La sua carriera criminale è segnata da numerosi delitti e attività illecite, che gli sono costate un regime di detenzione a vita, formalmente definito “fine pena mai”. Questo contesto storico rende ogni sviluppo nella sua vita carceraria di particolare importanza, poiché rappresenta un pezzo significativo della storia della criminalità organizzata in Italia.
Permessi premio e vita carceraria
Nei mesi precedenti, il Tribunale di Sorveglianza aveva autorizzato Vallanzasca a usufruire di permessi premio per un totale di dodici ore da trascorrere in una comunità terapeutica, segno che la sua vita penitenziaria è monitorata e considerata in base alle circostanze contingenti. Tuttavia, le sue attuali condizioni richiedono un’ulteriore riconsiderazione, dato il significativo deterioramento della sua salute mentale.
La richiesta di detenzione domiciliare rappresenta quindi un passaggio importante non solo per Vallanzasca, ma anche per il sistema penale italiano, poiché mette in luce le sfide e le responsabilità legate alla riabilitazione di detenuti con gravi problemi di salute.
Gli sviluppi futuri: attesa per la decisione del tribunale
La situazione di Renato Vallanzasca si colloca in un delicato equilibrio tra giustizia e umanità. Gli sviluppi nelle prossime ore e nei prossimi giorni saranno seguiti con attenzione, non solo dai media, ma anche dalla società civile, che si interroga su come il sistema carcerario gestisca la detenzione di persone in condizioni di fragilità.
Il risultato dell’udienza odierna avrà delle ripercussioni significative, non solo sulla vita di Vallanzasca, ma anche su come si percepiscono e trattano i detenuti anziani e malati all’interno del sistema penale italiano. In ogni caso, il legale di Vallanzasca rimarrà in attesa della decisione del tribunale di sorveglianza, sperando in un esito che possa garantire al loro assistito le cure di cui ha bisogno per affrontare la sua malattia.