Serena Bortone si racconta a Verissimo: carriera, privato e discriminazioni di genere

Serena Bortone Si Racconta A V

Serena Bortone si racconta a Verissimo: carriera, privato e discriminazioni di genere - Occhioche.it

Introduzione:
Serena Bortone, conduttrice Rai di lungo corso, si è raccontata a Verissimo, il programma di Silvia Toffanin in onda su Canale 5. La giornalista ha parlato della sua carriera, del suo privato e delle discriminazioni di genere che ha subito nel corso degli anni. ‘occasione è stata la presentazione del suo nuovo libro “A te vicino così dolce”, edito da Rizzoli.

La carriera di Serena Bortone e il caso di Antonio Scurati

Serena Bortone ha una carriera lunga 35 anni, iniziata in Rai quando aveva appena 18 anni e tre mesi. “Potrei anche andare in pensione”, scherza la conduttrice. Silvia Toffanin le chiede come sta vivendo questo momento delicato per la sua carriera, dopo il caso di Antonio Scurati. “Io sono molto tranquilla, non ho particolare ansia né particolare eccitazione”, replica lei. “Nella vita cerchiamo sempre di fare la cosa giusta, l’importante è non fare la cosa sbagliata”.

Gli attacchi sui social e il prezzo da pagare per la libertà

Silvia Toffanin chiede alla sua ospite se ha ricevuto più attacchi o attestati di stima. “Non sarebbe elegante da parte mia fare classifiche perché se c’è una cosa che detesto è l’auto compiacimento e quando ci casco me ne vergogno” – ribatte. “Sono molto tranquilla, poi sai gli attacchi sui social mi fanno molta tenerezza. Provo tenerezza per chi passa il proprio tempo sul computer ad offendere gli altri attraverso uno schermo invece di andare a spasso, o leggere un libro”. Serena Bortone aggiunge: “Io sono un personaggio pubblico e so che ci sono oneri e onori, ma non mi piace fare la vittima, sono una orgogliosa dipendente del servizio pubblico, nella vita si paga un prezzo per tutto ma l’assenza di libertà sarebbe troppo. Io non sono una testa calda”.

Le discriminazioni di genere e il sistema patriarcale

Silvia Toffanin chiede a Serena Bortone se pensa di aver dovuto pagare un prezzo alto nella sua carriera per sentirsi libera. “Forse potrei aver pagato un prezzo per la mia totale assenza di piaggeria. Non riesco a coltivare quest’arte del cortigiano, non è nelle mie corde e mi dà fastidio anche quando lo fanno con me. ’importante è fare sempre il proprio dovere”. Serena Bortone rivela di avere subito numerose discriminazioni nel corso della sua carriera in quanto donna: “Quando ero ragazzina pensavo che essere donna fosse la cosa più divertente della vita. Poi ho capito andando avanti, che la voce femminile, non solo la mia, faceva fatica ad affermarsi ed è colpa del sistema patriarcale in cui siamo cresciuti, quello che prima si chiamava maschilismo”.

Il supporto tra colleghi e l’importanza dell’indipendenza economica

Serena Bortone spiega come le discriminazioni di genere si siano manifestate nel suo lavoro: “Tutto questo portato sul lavoro, comportava che magari nelle riunioni io dicevo qualcosa e venivo totalmente ignorata mentre quando parlavo un collega maschio ascoltavano tutti riprendeva le mie parole dicendo ‘come ha detto Serena’ e lì ascoltavano. ’importante è supportarsi tra colleghi”. Tornando al suo ruolo in Rai, Serena Bortone sottolinea: “Io non sono stata un’emarginata, sono stata valorizzata dalla Rai, sono molto grata alla mia azienda. Non sono una vittima, detesto il vittimismo, sono onesta e in buona fede”. La giornalista racconta dell’educazione cattolico-democratica ricevuta dai suoi genitori e dell’importanza dell’indipendenza economica per le donne: “’obiettivo di mia madre è sempre stato quello di educarmi ad essere indipendente”.

‘amore per il padre e l’accettazione di sé stessi

Serena Bortone parla del rapporto con suo padre, scomparso nel 2010: “Mio padre è stato malato per gli ultimi tre anni della sua vita, dico una cosa che può sembrare bizzarra, benedico gli anni di malattia di mio padre, perché mi hanno consentito di prendermi cura di lui”. La conduttrice spiega come i padri di una volta fossero diversi da quelli di oggi e come quei tre anni le abbiano permesso di dimostrare il suo amore per lui e di riceverne in cambio: “In questo accudimento c’è un regalo bello della vita. Essere importante per le persone alle quali vuoi bene, è il segreto di una vita felice”.

Il nuovo libro e l’accettazione dei propri difetti

Infine, Silvia Toffanin dedica uno spazio al nuovo libro di Serena Bortone, “A te vicino così dolce”. La giornalista ammette di aver sempre avuto la predisposizione a “salvare gli altri” e di aver passato momenti non semplici di accettazione di sé. “Negli anni ho imparato a capire che non posso essere perfetta”, spiega. “Ho imparato a perdonare i miei difetti. Ho imparato anche ad amare. Cerco di essere utile, sono una problem solver, ho tanti amici, perché se c’è qualcosa che non va arrivo io. Mi dà fastidio l’ingiustizia, il pressappochismo. Mi arrabbio spesso poi mi sento in colpa perché sono cattolica. Ma ho imparato a coccolare il mio dolore”.

La vita privata e il futuro

Silvia Toffanin chiede a Serena Bortone come sta messa a livello sentimentale. “Sono single”, ammette. “Sono una persona molto conciliante, sono molto in ascolto, sono volutamente single, nel senso che poi tutti i fidanzati si sistemano a casa. Ho bisogno di qualcuno che mi tenga testa, ma se mi tiene testa troppo poi non posso decidere io e diventa complicato. Sono una persona impegnativa”. Riguardo al suo futuro, la giornalista mantiene il suo ottimismo: “Mi piace essere sorpresa dalla vita, faccio un lavoro che mi piace, che non mi annoia, il nostro lavoro è pieno di contatti umani, quindi che dirti, spero di continuare a farlo con lo stesso tipo di divertimento, serietà, onestà, che quando si fa il nostro lavoro è importante essere onesti con sé stessi e con gli altri”. “Nel futuro chissà che mi aspetta, la vita ci sorprenderà”, conclude.