Tragedia a Locri: morto Felice Maurizio D’Ettore, Garante nazionale dei detenuti e ex parlamentare

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Tragedia a Locri: morto Felice Maurizio D’Ettore, Garante nazionale dei detenuti e ex parlamentare - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 22 Agosto 2024 by Redazione

La morte prematura di Felice Maurizio D’Ettore, Garante nazionale dei detenuti e noto politico, ha destato grande sorpresa e tristezza nel panorama politico italiano. A soli 64 anni, D’Ettore è deceduto a causa di un malore che si sarebbe rivelato fatale, mentre si trovava in vacanza a Locri. Conosciuto per il suo impegno e dedizione nel mondo penitenziario, la sua scomparsa lascia un vuoto non solo tra i familiari, ma anche tra i tanti colleghi e amici che lo hanno conosciuto e stimato.

Il tragico evento a Locri

Malore e tempestivo intervento medico

Felice Maurizio D’Ettore si è sentito male mentre si trovava in vacanza con la famiglia a Locri, la cittadina calabrese che ha ospitato la sua infanzia e la sua madre. Le circostanze dell’evento sono drammatiche: all’improvviso, ha accusato un malore che ha reso necessari i soccorsi. Dopo essere stato trasportato d’urgenza all’ospedale della cittadina ionica, i medici hanno tentato inutilmente di rianimarlo. Nonostante il tempestivo intervento, purtroppo, D’Ettore non si è più ripreso e è deceduto, segnando la fine di una vita dedicata al servizio pubblico e alla politica.

La vita e i legami con Locri

Pur avendo trasferito la propria residenza a Roma per motivi di lavoro, D’Ettore ha sempre mantenuto un forte legame con la Calabria, in particolare con Locri, dove la sua famiglia continua a vivere. Questo attaccamento al territorio è testimoniato anche dalla presenza dei suoi familiari, tra cui la madre, che proprio nella cittadina ionica ha vissuto gran parte della sua vita. Questo legame affettivo ha rappresentato un ancoraggio per D’Ettore, facendo di Locri un luogo a cui tornare anche nel momento di svago e relax.

Un politico di lunga carriera

Primi passi nella politica aretina

D’Ettore ha avviato la sua carriera politica nel comune di Bucine, in provincia di Arezzo, dove ha ricoperto il ruolo di consigliere comunale per diverse legislazioni tra il 1995 e il 2009. La sua comprovata esperienza lo ha portato a diventare coordinatore provinciale di Forza Italia nel 2007, posizione che ha mantenuto fino al 2021. In questo periodo ha maturato competenze e relazioni importanti che avrebbero influenzato il suo percorso politico negli anni successivi.

L’elezione in parlamento e il passaggio a forze politiche diverse

Nel 2018, Felice Maurizio D’Ettore è stato eletto deputato nel collegio uninominale di Arezzo insieme al collega Stefano Mugnai. Quest’esperienza parlamentare ha segnato un passo importante nella sua carriera, che ha continuato con l’adesione al movimento “Coraggio Italia” fondato dal sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro. Nonostante la sua decisione di non ricandidarsi nel 2022, ha poi avvicinato la sua figura a Fratelli d’Italia, il partito che infine lo ha designato come Garante nazionale dei detenuti.

Il ricordo di un uomo dedito alla giustizia

Colleghi e leader politici esprimono cordoglio

La scomparsa di D’Ettore ha generato una forte emozione tra i suoi amici e colleghi, che hanno voluto esprimere il proprio cordoglio. La premier Giorgia Meloni, tra i tanti a pronunciare parole di apprezzamento, ha descritto D’Ettore come una figura di grande dedizione e professionalità, specialmente in un periodo di sfide significative per il sistema penitenziario italiano. Nel suo messaggio, Meloni ha sottolineato l’impatto e l’importanza del lavoro svolto dal Garante nazionale, evidenziando il suo impegno per i diritti delle persone detenute.

Il lascito politico e sociale di D’Ettore

La carriera di Felice Maurizio D’Ettore non si limita ai soli incarichi politici. La sua figura è stata centrale anche in importanti processi giudiziari locali, come dimostra la sua testimonianza nel processo Coingas, che ha inciso profondamente nella vita politica di Arezzo. La sua morte rappresenta una perdita non solo per la politica, ma anche per la società che, attraverso il suo operato, ha cercato di migliorare le condizioni di vita e i diritti dei detenuti. La sua eredità vivrà attraverso il lavoro che ha svolto e il segno che ha lasciato nel panorama politico e sociale italiano.

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