Ultimo aggiornamento il 29 Maggio 2024 by Francesca Monti
La corte d’assise d’appello di Firenze ha condannato all’ergastolo Fausta Bonino, l’infermiera accusata di aver somministrato dosi massicce di eparina a quattro pazienti ricoverati all’ospedale di Piombino, causandone il decesso. La sentenza arriva dopo un lungo calvario giudiziario, che ha visto la donna condannata in primo grado, assolta in appello e quindi nuovamente condannata dopo l’annullamento della Cassazione.
Il processo a Fausta Bonino
Tutto ha inizio il 30 marzo 2016, quando l’infermiera viene arrestata dal Nas dei carabinieri in esecuzione di un’ordinanza del gip di Livorno. ‘accusa è di aver causato, tra il 2014 e il 2015, la morte di 13 pazienti nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Piombino, dove lavorava. Le morti sarebbero state provocate da emorragie improvvise e letali, riconducibili alla somministrazione di massicce dosi di eparina. Secondo la procura di Livorno, una serie di indizi concordanti conducevano all’infermiera come responsabile degli omicidi: iniezioni dell’anticoagulante, presenza nel reparto dell’infermiera e morti avvenute poche ore dopo la somministrazione del farmaco.
Il primo grado e la scarcerazione
Dopo l’arresto, la donna viene scarcerata 21 giorni dopo: il tribunale del riesame di Firenze revoca la misura ritenendo gli indizi né gravi né concordanti. Tuttavia, la Cassazione annulla questa decisione. In primo grado, con rito abbreviato, Fausta Bonino viene imputata per dieci morti: viene condannata per quattro casi e assolta per gli altri.
‘assoluzione in appello e il processo d’appello bis
In appello, la donna viene assolta totalmente, “per non aver commesso il fatto”. Tuttavia, la Cassazione annulla parzialmente la sentenza nel maggio dell’anno scorso: conferma l’assoluzione per sei casi, ma dispone un processo d’appello bis per gli altri quattro. Oggi, la nuova condanna all’ergastolo.
La reazione di Fausta Bonino e del suo avvocato
Durante la lettura del dispositivo, Fausta Bonino, al fianco del marito e del difensore Vinicio Nardo, è rimasta impassibile. “Non me lo aspettavo,” ha sussurrato mentre abbandonava l’aula 32 del palazzo di giustizia. Si è sempre professata innocente. “Prendiamo atto della sentenza che fa rivivere quella di Livorno,” ha detto l’avvocato Nardo al termine dell’udienza. “Siamo curiosi di leggere come sarà fatta la motivazione perché ci sono molti dubbi in questa vicenda, molte incongruenze, molti fatti che non tornano. La Corte d’assise d’appello adesso avrà il compito di mettere in fila queste cose, se ci riuscirà vedremo. Noi faremo ricorso per Cassazione sicuramente. Mi dispiace che non finisce per lei questo calvario che dura da otto anni.”
Un caso giudiziario complesso e controverso
Il caso di Fausta Bonino è un esempio di come il sistema giudiziario italiano possa essere complesso e controverso. Dopo anni di processi e sentenze contrastanti, la donna si trova di nuovo condannata all’ergastolo. Tuttavia, restano molti dubbi e incongruenze in questa vicenda, come sottolineato dal suo avvocato. La corte d’assise d’appello avrà ora il compito di mettere in fila tutti gli elementi del caso, se ci riuscirà vedremo. Nel frattempo, Fausta Bonino continua a professarsi innocente e a lottare per la sua libertà.
prossimi passi
Dopo la sentenza di oggi, l’avvocato Nardo ha annunciato che farà ricorso per Cassazione. Questo significa che il caso di Fausta Bonino non è ancora chiuso e che potrebbero esserci ulteriori sviluppi giudiziari. Tuttavia, è difficile prevedere come si evolverà la situazione. La corte d’assise d’appello dovrà ora spiegare le ragioni della sua decisione, mentre la Cassazione dovrà valutare se ci sono stati errori nel processo. Nel frattempo, Fausta Bonino continua a vivere un calvario giudiziario che dura da otto anni.