La battaglia silenziosa di Laura Aprati: alopecia aerata totale e il percorso verso l’accettazione

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La battaglia silenziosa di Laura Aprati: alopecia aerata totale e il percorso verso l'accettazione - Occhioche.it

Introduzione:
La giornalista Rai Laura Aprati ha deciso di condividere pubblicamente la sua lotta contro l’alopecia aerata totale, una malattia autoimmune che colpisce 147 milioni di persone nel mondo. In un’intervista a “La Repubblica”, Aprati ha raccontato il suo percorso personale e professionale, fatto di sfide, paure e speranze.

La scoperta dell’alopecia e l’impatto sulla vita professionale
La malattia di Laura Aprati si è manifestata come conseguenza di una fibromialgia, una patologia reumatica che colpisce l’apparato muscolo-scheletrico. La perdita dei capelli, tuttavia, ha avuto un impatto significativo sulla sua vita professionale. “Devi andare a lavorare, partecipare alle riunioni, ma non sei più tu. ‘aspetto esteriore è determinante nella relazione con gli altri, ancora di più se sei precaria: la malattia ti mette in un angolo”, ha spiegato Aprati.

In quel periodo, la giornalista aveva appena ripreso a lavorare dopo oltre un anno senza un contratto e temeva le reazioni dei colleghi e dei superiori. Queste preoccupazioni l’hanno portata a decidere di non rivelare la sua condizione e di affrontare la malattia da sola.

Il peso delle apparenze e la scelta della parrucca
Laura Aprati ha affrontato numerose paure legate alla percezione degli altri riguardo alla sua malattia. Ha rifiutato l’idea di indossare un foulard, poiché credeva che ciò avrebbe immediatamente fatto pensare alla gente che fosse malata. Inoltre, temeva che la sua patologia potesse influire sul suo lavoro e sulla sua carriera.

Per questo motivo, Aprati ha scelto di indossare una parrucca. Questa decisione l’ha portata a entrare in un mondo sconosciuto, quello del mercato dei capelli, dove spesso si sfrutta la debolezza e la fragilità delle persone colpite da alopecia. Nel 2013, una parrucca adesiva poteva costare anche più di 2000 euro, e ce ne volevano due per la manutenzione.

Il percorso verso l’accettazione e la speranza di una cura
Dopo il primo shock, Laura Aprati si è rinchiusa in casa, arrabbiata con il mondo. Tuttavia, nel corso del tempo, ha imparato ad affrontare la sua condizione e a variare il suo look con parrucche diverse, corte, ricce, mosse o lisce. La mancanza di sopracciglia non è stata un problema, grazie al tatuaggio che era in voga in quel periodo.

La svolta è arrivata quando Aprati ha incontrato il professor Alfredo Rossi, responsabile dell’ambulatorio di tricologia dell’Umberto primo, che le ha prescritto un nuovo farmaco proveniente dagli Stati Uniti. Grazie a questa cura, la giornalista ha visto un grande miglioramento e presto potrà togliersi la parrucca, con le ciglia già ricresciute.

Ora, Laura Aprati si batte affinché l’alopecia aerata totale venga riconosciuta dal Servizio sanitario e per diffondere un messaggio di speranza: una cura esiste, e chi ne soffre non è solo nella propria battaglia.